La sicurezza informatica è diventata un tema centrale del dibattito pubblico, e se vanno in difficoltà anche i clienti di colossi come Nexi, c’è davvero da essere preoccupati. Ecco perché
Il 2022 è stato l’annus horribilis per la sicurezza informatica. Nell’anno appena finito, infatti, si sono moltiplicate, in maniera esponenziale, le truffe ed i tentativi di raggiro ai danni di ignari cittadini.
Il motivo lo spiega la stessa Polizia Postale nel report di fine anno. L’avvento della pandemia da coronavirus covid-19 ha obbligato, anche, le persone con una bassa alfabetizzazione informatica a rivolgersi ai servizi online.
Questo fattore, unito ad una scarsa educazione al contesto, ha di fatto aperto la strada a migliaia di malintenzionati. I dati in tal senso sono clamorosi. Nel solo 2022, in Italia, sono stati effettuati quasi otto milioni di tentativi di truffa online. Di cui, purtroppo, ben duecentomila sono andati a segno.
Sono caduti sotto i colpi dei truffatori tanto migliaia di ignari cittadini quanto aziende organizzate e strutturate. Il che ci porta a considerare il fatto che nessuno è al sicuro.
Nexi, l’ultima frontiera del raggiro
Il caso di scuola, in tal senso, arriva dall’azione svolta dai cybercriminali nei confronti dei clienti di Nexi, uno dei colossi del PayTech italiano ed europeo. Nexi è una Società per Azioni italiana che ha come core-business la fornitura di infrastrutture volte al pagamento digitale per la PA e per alcuni delle principali banche italiane.
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E’ quotata alla Borsa di Piazza Affari a Milano dal 2019 e, dato del 2022 gestisce 43 milioni di carte che cubano quasi 3 miliardi di transazioni. Un vero e proprio colosso del settore che però, come Poste Italiane, è finito nel mirino dei truffatori.
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Il metodo è sempre lo stesso, usare sms, mail o telefonate per indurre il malcapitato cliente a fornire i propri dati ad una piattaforma falsa. Il resto è ormai cronaca quotidiana, ma con una novità. E’ ormai tendenza diffusa, soprattutto se si ricorre ai vari Corecom o al giudice di pace vedere sentenza che obbligano le aziende a rimborsare i clienti truffati.
Il motivo è sempre lo stesso, Nexi, cosi come Poste Italiane ha l’onere di custodia dei soldi, per cui viene pagata, e l’obbligo di evitare le intrusioni truffaldine anche a fronte di errori dei propri clienti. Si apre un fronte che fa giurisprudenza