Dal 1 gennaio 2023 sono scattati i nuovi limiti di soglia relativi al conto corrente pignorato. Ecco quali sono e come funziona
I dati finali del 2022 segnalano che l’Italia è un Paese fortemente indebitato. In molti casi pignorato alla fonte o peggio ancora con la casa messa all’asta. Comunque in grave difficoltà economica e finanziaria. Del resto, e non è un segreto, che su una situazione già critica alla fine 2019 si siano innestati svariati elementi aggravanti.
Nel 2019, ultimo anno prima dello scoppio della pandemia da coronavirus covid-19, nonché dell’avvento della crisi economica, erano andati all’asta circa 130.000 immobili. Nel 2022, dopo tre anni di sofferenza economica, gli immobili all’asta erano diventati 200.000. Per non tacere dei pignoramenti, che, nonostante i blocchi ed i rinvii sono ripartiti come se nulla fosse accaduto in questo triennio.
In mezzo, poi, ci sono gli “assalti” dell’Agenzia per le Entrate. L’ex Equitalia ha messo in opera la redazione e l’invio di quasi tre milioni di nuove cartelle esattoriali. Tutto questo nonostante il crollo del Prodotto Interno Lordo, nonostante l’inflazione, nonostante le conseguenza della Guerra tra Russia e Ucraina, nonostante il volo del prezzo della benzina ed il costo delle bollette alle stelle.
La conseguenza pratica di tutto questo, come detto, è che sempre più famiglie hanno smesso, spesso scelto, di non pagare le rate dei prestiti e le rate dei mutui. Tutti fattori che hanno portato a migliaia di nuovi pignoramenti.
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Pignoramenti che, secondo l’ordinamento italiano, possono essere di tre tipi. Dello stipendio, fino ad 1/5 della cifra netta, di una frazione variabile da 1/10 a 1/5 da parte dell’Agenzia delle Entrate e di una cifra variabile in caso di pignoramento dell’assegno di sostentamento per il coniuge separato.
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Esiste però un’altra forma, più complessa da gestire di pignoramento e parliamo, nello specifico, del pignoramento del conto corrente. Pignoramento che avviene dopo uno specifico atto giudiziario direttamente in banca. In questo caso i limiti variano a secondo dell’adeguamento al costo della vita dell’assegno sociale. Nel dettaglio deve essere il doppio. Quindi per l’anno 2023 sarà di 1006,54 euro. Il doppio di 503,27 la cifra dell’assegno sociale.