Pensioni INPS più alte a marzo: quali aumentano di più

Pensioni Inps più alte a marzo: ci saranno cedolini più pesanti per via delle rivalutazione ma attenzione alla riforma del Fisco

Pensioni Inps
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Subito dopo aver licenziato la Legge di Bilancio 2023, il governo ha due grandi obiettivi: la riforma del Fisco e una strutturale delle pensione. Ovviamente la prima tocca molto la seconda.

L’esecutivo guidato da Giorgia Meloni vorrebbe ottenere un importante risultato già a marzo. Ma quali saranno gli effetti sulle indennità pensionistiche considerando anche gli aumenti previsti dalla manovra finanziare e la rivalutazione?

Ricordiamo innanzitutto che il prossimo mese scatterà la rivalutazione e gli arretrati per le pensioni superiori a 2.101,52 euro (dunque pari a quattro volte il minimo)

Considerando le detrazioni e i bonus vediamo cosa cambierà per le pensioni da 500 a 3.800 euro. La riforma del Fisco potrebbe cambiare le aliquote Irpef.

Pensioni Inps: cosa cambia con il nuovo Irpef

La novità potrebbe interessare soprattutto chi guadagna da 15mila euro all’anno, ossia da circa 1.1500 euro al mese. In realtà si tratterebbe di una nuova riforma in poco tempo poiché già per il 2022 il governo Draghi aveva ridotto le aliquote Irpef da cinque a quattro.

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Attualmente infatti il sistema prevede il pagamento dell’Imposta sulle Persone Fisiche come segue:

23% per redditi fino a 15.000 euro;
25% per redditi tra 15.000 e 28.000 euro;
35% per redditi tra 28.000 e 50.000 euro;
43% per redditi oltre i 50.000 euro.

Secondo le intenzioni del governo potrebbero essere cambiate le aliquote dei redditi “centrali”, creandone una del 27%. Un’ipotesi dà questo quadro:

aliquota del 23% per chi ha redditi fino a 15mila euro;
aliquota del 27% per chi ha redditi tra 15mila-50mila euro;
aliquota del 43% per chi ha redditi superiori ai 50mila euro.

In pratica chi oggi guadagna 16-17mila euro, paga il 23%. Con la riforma la percentuale salirebbe a 27. Chi invece oggi guadagna tre i 28mila e i 50mila e paga il 35%, vedrebbe la propria quota scendere al 27%. Insomma, chi guadagna di meno pagherebbe di più e chi ha entrate annue più alte pagherebbe di meno. Sarebbe un intervento a favore dei più ricchi.

Ciò che cambierebbe ancora per i pensionati che percepiscono tra i 500 e i 3.800 euro all’anno ci sarebbe un altro fatto: la revisione di detrazioni e bonus.

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Pare che il governo abbia intenzione di ridurre le agevolazioni non solo ai redditi compresi tra i 120 e 240mila euro ma anche alle altre fasce di reddito. Si lascerebbero invariate le spese sanitarie e le ristrutturazioni edilizie. Per i primi le detrazioni potrebbero essere azzerate.

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