Il boss Messina Denaro aveva effettuato l’acquisto di un auto in una concessionaria di Palermo dando in permuta un altro mezzo
Subito dopo l’arresto del superlatitante Matteo Messina Denaro, gli investigatori hanno concentrato tutte le proprie forze per scoprire e tagliare la rete dei fiancheggiatori che per trent’anni ha garantito l’immunità al boss.
È una fase che si può definire fisiologica dopo aver messo a segno un grande colpo. Ed è noto che questi approfondimenti portano all’emersione di personaggi e storie unici e fatti molto strani, oltre che illegali.
Messina Denaro, l’auto nuova e la permuta
Abbiamo già visto che Andrea Bonafede, l’uomo che ha fatto da prestanome al boss, aveva comprato la casa di via San Vito a Campobello di Mazara, ormai ribattezzato il primo covo, versando 15mila euro alle Poste. Soldi di cui pare nessuno abbia chiesto lumi perché è un cifra non proprio bassa.
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In Italia da 1 gennaio scorso il governo ha innalzato la soglia dell’uso del contante, da 2mila a 5mila euro. Pare che Messina Denaro abbiamo comprato un’auto con 10mila euro in contanti e che lo abbia fatto di persona.
Si tratta di un’Alfa-Romeo Giulietta ritrovata nel garage del figlio di Giovanni Luppino, l’autista del boss che lunedì scorso lo aveva accompagnato presso la clinica di Palermo dov’è stato arrestato.
L’acquisto della Giulietta è avvenuto nel gennaio 2022, personalmente dal boss presso una concessionaria di Palermo. Inoltre avrebbe dato in permuta una Fiat 500 pagando 10mila euro in contanti. Il contratto di acquisto del mezzo è intestato a una anziana disabile, ossia la madre di Andrea Bonafede.
Cosa c’era nei covi
Oltre alla casa di via San Vito, Messina Denaro aveva a propria disposizione altri luoghi. Sono quelli che si possono definire propriamente covi rispetto al primo con tanto di bunker.
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Tra i diversi documenti e oggetti ritrovati, ha fatto notizia il poster del Il Padrino, classico film sulla mafia italo-americana. Come nel covo di Provenzano nel 2006 anche in questo caso c’erano dei libri. Se il vecchio capo corleonese leggeva il libro di Sergio De Caprio, il capitano Ultimo che arrestò Riina nel 1993, il capo di Castelventrano leggeva la biografia di Putin e libri di storia.