Rottamazione cartelle: non tutti riguarda l’Agenzia delle Entrate-Riscossione come una volta si chiamava l’ente più temuto dagli italiani
La Legge di Bilancio 2023 prevede lo stralcio delle cartelle esattoriali, o meglio una parte di esse. La sanatoria riguarda i debiti che hanno un arco temporale di quindici anni, dal 2000 al 2015. La cifra, però, deve essere inferiore ai 1000 euro.
I Comuni, solitamente sempre in difficoltà per quanto riguarda il bilancio, hanno la possibilità di rigettare lo stralcio delle cartelle. L’iniziativa del governo ha infatti messo in allarme molti enti locali.
Un’amministrazione comunale che ha detto no è quella di Bologna. Nella mattinata del 19 gennaio 2023 la Giunta comunale del sindaco Matteo Lepore ha approvato una delibera che ora dovrà essere vagliata dal Consiglio comunale.
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“Abbiamo deciso di approvare questa delibera per ragioni di equità”, sono le parole di Roberta Li Calzi. L’assessora al Bilancio ha spiegato perché il capoluogo emiliano non vuole aderire allo stralcio.
La motivazione è nella convinzione che “automatismi di questo tipo creano inevitabilmente una disparità verso i cittadini” che invece hanno sempre provveduto a pagare i tributi nel tempi previsti.
L’impatto della rottamazione sarebbe stato comunque molto contenuto. Innanzitutto perché, considerando la fase di rottamazione già avvenuta per il periodo 2000-2010 come effetto di una legge del 2019, in questo capo l’anno che interessa di più è il 2011.
Dal 2012, infatti, il Comune di Bologna gestisce le riscossioni direttamente: non se ne occupa l’Agenzia Entrate-Riscossione (più nota con il vecchio nome di Equitalia). La norma dell’attuale manovra economica, infatti, interessa gli enti che si avvalgono dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione.
Inoltre il Comune di Bologna non ha consistenze di residui attivi nel bilancio di previsione riferiti a quel periodo. Non significa che non ci siano residue riscossioni a fronte di tali crediti ma l’effetto è basso.
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Infatti secondo i numeri come riporta Bologna24ore.it, i crediti inferiori a 1000 euro che vanno dal periodo 2000-2011 sono pari complessivamente a 15,3 milioni di euro e solo 2,3 riguarderebbero lo stralcio.