L’Agenzia delle entrate – Riscossione Tributi (ex Equitalia) è lo spauracchio dei contribuenti italiani. Ma con la manovra finanziaria per il 2023 forse turberà meno i sonni degli italiani. Il motivo
Al solo sentire la parola Agenzia delle entrate – Riscossione Tributi (ex Equitalia), i contribuenti italiani perdono il sonno e vengono avvinti da ansie e paure. Del resto il ruolo per cui l’agenzia è nata nel 2017 dalle ceneri della altrettanto temuta Equitalia è molto netto e gravoso.
Nel dettaglio l’Agenzia delle Entrate è deputata alla riscossione dei tributi, delle tasse ed alla verifica del corretto versamento delle cifre dovute. Qualora questo non accade scattano le procedure di recupero.
Procedure che, nello specifico, partono dall’avviso bonario, si estendono alla richiesta di pagamento predittivo e poi scaturiscono nell’emissione della temutissima cartella esattoriale. La somma delle cartelle esattoriali, in teoria dovrebbe quantificare a quanto ammonta l’evasione fiscale in Italia. Ma in realtà non è cosi.
Equitalia, cosa fare con il debito
Alla somma delle cartelle esattoriali, infatti, vanno aggiunti i milioni, anzi i miliardi di euro di tasse non denunciate, evase verso l’estero, evase in varie altre forme. Gli ultimi e più recenti dati indicano che l’evasione fiscale in Italia ammonta a 1100 miliardi di euro.
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Una somma abnorme frutto, in parte, del fatto che l’Italia ha una pressione fiscale reale del 49%, la più alta d’Europa. Detto cosi sembrerebbe che il ruolo di Equitalia prima e dell’Agenzia delle Entrate poi sia fallito. In realtà non è vero nemmeno questo perché il lavoro di recupero è costante e proficuo ma si scontra anche con la realtà di cifre spesso inesigibili.
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Il caso è stato affrontato dal Governo guidato da Giorgia Meloni nel recente dibattito per la formazione della Legge di Bilancio, la manovra finanziaria per il 2023. In quel contesto la maggioranza che sostiene l’esecutivo ha fatto due scelta nette. La prima quella di annullare alla data del 31 marzo tutte le cartelle inferiori ai 1000 euro emesse dal 1 gennaio 2000 al 31 dicembre 2015.
La seconda, la cosiddetta definizione agevolata, prevede la possibilità di pagare le cartelle con un accordo tra contribuente ed Agenzia entro il 30 aprile 2023. La cifra può essere pagata in un’unica soluzione entro il 31 luglio o in 18 rate