300 euro in più sulla busta paga più gli arretrati per il triennio 2019-2021: una categoria destinata a stipendi più alti
Una maggiorazione di 300 euro in busta paga. Un aumento per nulla malvagio vista la situazione dell’economia italiana ed europea con l’inflazione che sta massacrando i risparmi di tutti.
Soldi attesi da un po’ di tempo e che adesso, finalmente, dopo una trattativa che arriverà in dirittura d’arrivo, la categoria in questione può finalmente ricevere.
300 euro in più: chi riguarda
Per oltre 135mila tra medici e dirigenti sanitari pubblici sta per arrivando il corposo aumento di stipendio. La trattativa in questione è tra Aran (Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle pubbliche amministrazioni) e sindacati.
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Quanto bisognerà aspettare per vedere in effetti i soldi in busta paga? Non si sa ancora perché in effetti il tavolo delle trattative si aprirà a febbraio ma un primo accordo già è stato preso.
Non tutti i sindacati dei medici, però, sono soddisfatti, sostenendo che la base di partenza è troppo bassa. Inoltre vogliono anche migliori condizioni di lavoro.
Il contratto da rinnovare è quello 2019-2021 per i dirigenti pubblici. Per giovedì 2 febbraio l’Aran ha convocato i sindacati dei medici con l’obiettivo di chiudere tutto in massimo tre mesi.
Gli aumenti dovrebbero essere tra 130 e i 190 euro netti al mese. Più soldi per i medici d’emergenza, quelli che lavorano al Pronto soccorso: per loro altri ulteriori 100 euro netti. Siccome il contratto fa riferimento al triennio passato, oltre agli aumenti ci saranno anche gli arretrati di migliaia di euro.
Sono circa 650 euro a disposizione in totale dopo l’accordo tra le Regioni e il Ministero dell’Economica, partendo da uno stanziamento base di 580 milioni di euro.
L’obiettivo di Aran è incentivare l’ingresso nel Sistema Sanitario Nazionale di giovani operatori e trattenere chi già lavora con nuove carriere. Uno dei problemi è infatti la fuga dal SSN, fenomeno particolarmente forte dalla pandemia in poi.
Non sono delle migliori anche le condizioni di lavoro per carico di responsabilità a confronto con il guadagno economico, ferie e permessi. Non a caso, visto la carenza di personale, da anni anche per medici e infermieri è diffuso lavorare da liberi professionisti con Partita Iva.
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Infatti l’insoddisfazione dei sindacati è proprio su questo punto. Per mantenere i lavoratori nel settore e fare entrare sempre di più, bisogna rendere le strutture pubbliche maggiormente attrattive con più soldi.