Si tratta di una decisione che è stata presa di recente e che, per l’appunto, è stata inserite all’interno della legge di Bilancio.
La questione delle pensioni minime, come forse possono ricordare, è stata discussa anche nella scorsa campagna elettorale.
Non un problema da poco, in effetti, come, peraltro, anche tanti altri che, al giorno d’oggi, stanno attanagliando l’Italia. D’altra parte, quello attuale, non è sicuramente un momento facile per gli italiani.
Comunque sia, la recente legge di Bilancio, peraltro, accettata dal Parlamento, ha apportato delle modifiche a delle norme che erano state precedentemente istituite. Non ci stiamo riferendo, quindi, soltanto ai cosiddetti bonus, bensì anche ad altre tematiche decisamente importanti per il Bel Paese.
Una delle novità che di certo non è da sottovalutare il tema delle pensioni minime. A tal proposito, Silvio Berlusconi, nonché, al giorno d’oggi, leader di Forza Italia ha premuto molto su questo concetto, auspicando che, al termine della legislatura, la pensione minima arrivi addirittura a 1000 euro.
Comunque sia, vediamo, per il momento, a quale obiettivo si è arrivati attualmente. Sembra, infatti, che l‘incremento degli assegni, in questo senso, si sia già concretizzato.
Gli altri dettagli
In particolare, con l’articolo 1 della Legge n. 197, a quanto sembra, si è voluto che gli importi aumentassero, proprio a causa dell’inflazione che si è verificata in tempi recenti.
Stando a fonti accreditate, quindi, l’incremento dovrebbe avere una percentuale di oltre il 6 per cento per coloro che hanno un’età pari o superiore ai 75 anni. Che, in altre parole, dovrebbe essere pari a 600 euro.
Così, entrando più nei dettagli, chi percepisce una pensione minima, giustappunto nel mese di gennaio dovrebbe prendere almeno più di 45 euro in più. E sempre coloro che hanno spento già settantacinque candeline, quindi, l’incremento arriva a toccare precisamente i 74,62 euro.
Secondo l’Inps, quindi, per ora, sarebbero addirittura oltre 2 milioni le persone che percepiscono la pensione minima.
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Questa misura, che non è da confondere con l’assegno sociale, però può conoscere una certa variazione, tenendo conto del tasso di inflazione che, ogni volta, viene quantificato dall’Istat.