Si chiama Matteo Messina Denaro, rischia di non incassare i soldi alle Poste

Si chiama Matteo Messina Denaro ma non è il boss arrestato lunedì scorso: qual è il problema che potrebbe avere le Poste

Matteo Messina Denaro
Foto BonificoBancario.it

In questi ultimi giorni abbiamo visto come sono importanti i nomi. Per anni Matteo Messina Denaro è andato in giro facendosi chiamare Andrea Bonafede con tanto di carta d’identità e altri documenti.

Bonafede esiste davvero e da quando il capo di cosa nostra è stato arrestato lunedì scorso nei pressi della clinica di Palermo La Maddalena, viene interrogato dagli inquirenti.

Matteo Messina Denaro, l’omonimo del boss con quasi 500mila euro

Ma ci sono anche i casi di omonimia che possono creare un bel po’ di problemi. Il boss ha detto come si chiama solo al momento dell’arresto quando il carabiniere che l’ha fermato – c’è anche l’audio del fatto – gli ha chiesto quale fosse il suo nome.

Non ha nessun problema a dire che si chiama Matteo Messina Denaro un uomo anziano di 93 anni che è omonimo del sanguinario boss stragista. In effetti è anche un parente, un prozio.

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Nato a Milano nel 1930 (dunque ben 32 anni prima dell’ex primula rossa di cosa nostra) come riportano vari siti e testate, l’uomo – che vive a Napoli –  teme che l’omonimia gli dia problemi ad incassare una somma che gli appartiene legittimamente.

Si tratta di un buono postale di 50 milioni di lire sottoscritto molti anni fa e che oggi avrebbe raggiunto il valore di ben 485mila euro. È evidente che non si tratta della stessa persona ma in questa storia aspetti strani non sono mancati e non mancheranno.

Uno riguarda proprio quanto successo presso l’ufficio postale. Il vero Andrea Bonafede ha detto ai carabinieri che la casa scoperta in via San Vito a Campobello di Mazara, l’aveva acquistata lui nel giugno del 2022.

La compravendita era avvenuta ovviamente su ordine del boss che il prestanome conosce da quanto erano giovani. I soldi glieli ha dati Messina Denaro, 15mila euro in contanti con banconote da 50 euro.

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Bonafede, secondo il suo racconto, ha versato questa cifra sul proprio conto postale. Allo sportello nessuno gli ha chiesto conto di questa cifra così alta né sarebbe partita una segnalazione per operazione sospetta.

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