Aumento dello stipendio a gennaio, cosa devono spettarsi i lavoratori di diversi settori e per quale motivo
Taglio del cuneo fiscale ma non solo. Ci sono le festività e i premi di produttività tassati in quantità minore, senza dimenticare gli aiuti per i pubblici dipendenti. Sono tanti i fattori che vanno a influenzare – positivamente – lo stipendio del mese corrente.
Scendiamo nei dettagli e vediamo più da vicino quella che è una bella notizia vista la crisi inflazionistica che sta investendo le famiglie italiane, soprattutto le più povere.
Aumento dello stipendio a gennaio: i dettagli
Per quanto riguarda il taglio del cuneo fiscale (la differenza tra lordo e netto, la parte che se ne va in tasse e contributi) chi guadagna meno di 25mila euro all’anno avrà maggiori vantaggi poiché il taglio è pari al 3%. Del 2% invece chi si pone tra 25 e 35mila euro.
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Per le festività bisogna considerare due giorni, il 1 e il 6 gennaio mentre scattano aumenti per colf, badanti e baby sitter per via dell’adeguamento all’inflazione. A capodanno era di domenica quindi si tratta di festività non goduta che va in busta paga. Più soldi per chi ha lavorato il giorno dell’Epifania.
Più 1,5% per i dipendenti pubblici. Lo prevede la Legge di Bilancio come compensazione per i mancati aumenti che sarebbero dovuti arrivare con il rinnovo dei contratti nazionali per i quali si resta ancora in attesa.
Per fare un esempio, chi guadagna 2mila euro si troverà circa 30 euro lordi in più sullo stipendio. In realtà può darsi che bisognerà ancora aspettare un po’ di tempo in questo caso poiché al momento ancora non è arrivata nessuna circolare dell’Inps.
Capitolo colf, badanti e baby sitter. Scatterà l’aumento sin da gennaio così come prevede il contratto domestico come adeguamento all’inflazione poiché anche in questo caso ancora non c’è accordo per il rinnovo. I lavoratori di questo settore avranno un aumento pari al 9,2%. Si va da un minimo di 109 a un massimo di 145 euro mensili.
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Infine c’è la ridotta tassazione per i premi bonus. Riguarderà pochi lavoratori e può essere visto come una sorta di bonus con la detassazione al 5% mentre finora era al finora 10% per i premi di produttività fino a 3mila euro.