Bonus prima casa under 36 anni con questo atto burocratico? Cosa dice la sentenza della Corte di Cassazione
Uno dei requisiti per ottenere il Bonus prima casa, riservato ai cittadini che hanno massimo 36 anni, è il trasferimento della residenza. Deve avvenire entro 18 mesi dalla data del rogito, nel Comune dove si trova l’immobile acquistato. Un impegno assunto nel contratto di compravendita.
Purtroppo sappiamo bene che in Italia la burocrazia può avere tempi molto lunghi. Anche per una pratica semplice come il cambio di residenza possono esserci dei problemi. Cosa succede se il Comune ritarda la pratica e non vengono rispettati gli impegni di tempo? Una sentenza della Corte di Cassazione si è espressa in merito.
Bonus prima casa con la residenza: i dettagli
Siccome la legge prevede che la residenza deve sempre coincidere con il luogo in cui vive, non è possibile effettuare il trasferimento di residenza quando ancora sono in corso i lavori di ristrutturazione.
Giustificando il ritardo del cambio di residenza nella consegna dell’appartamento da parte della ditta edile, non è un motivo valido secondo la legge. Allo stesso modo, solo la richiesta di trasferire la residenza non dà diritto al Bonus prima casa, a meno che non sia il Comune la causa del ritardo.
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La sentenza
“Il beneficio fiscale della prima casa spetta a coloro che, pur avendone fatto formale richiesta, non abbiano ancora, al momento dell’acquisto dell’immobile, ottenuto il trasferimento della residenza nel Comune in cui è situato l’immobile stesso”. Lo scrive la Cassazione nella sentenza 667-2023.
Nel caso in cui, in pendenza del termine dei 18 mesi, il cittadino si renda conto di non poter rispettare l’impegno assunto di trasferire la residenza, ha la possibilità di revocare la dichiarazione avvenuta all’atto dell’acquisto.
Deve presentare un’istanza all’ufficio dove l’atto è stato registrato registrato l’atto, revocando la dichiarazione espressa di trasferire la propria residenza nel Comune entro 18 mesi.
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In questo modo chiede si la riliquidazione dell’imposta di registro o dell’Iva che gli erano state scontate al momento dell’acquisto dell’immobile. A seguito di ciò, il contribuente dovrà versare la differenza che intercorre tra l’imposta determinata con l’aliquota agevolata della prima casa e quella invece normalmente dovuta.
Inoltre bisogna anche pagare gli interessi calcolati a partire dalla stipula dell’atto. In questo modo si evita l’accertamento fiscale e la sanzione che è pari al 30% dell’imposta risparmiata.
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Decorso invece il termine di 18 mesi per il trasferimento della residenza. Il contribuente ha la possibilità di accedere (se ci sono i presupposti) al ravvedimento operoso. Significa che in modo spontaneo all’adempimento precedentemente omesso o irregolare. In questo modo potrà ottenere uno sconto sulla sanzione.