L’inflazione continua a togliere il sonno agli europei. Si teme il concreto rischio impoverimento: qualcosa però si potrebbe fare
L’effetto economico dell’inflazione è il nemico numero uno. Lo è stato nel 2022 e purtroppo le previsioni non sono delle migliori per l’anno in corso. Il coro generale vuole che la causa è nell’aumento dei costi energetici. Non è un’affermazione sbagliata perché la situazione è peggiorata da quando ormai undici mesi fa la Russia ha attaccato l’Ucraina.
Già prima però, alle fine del 2021, i prezzi al consumo erano in aumento, in modo particolare i carburanti. Vediamo tutti i giorni che i prezzi di ogni prodotto sono in aumento mentre gli stipendi (per chi ha fortuna di averli) sono al palo. Come fare allora?
Inflazione: bastano le mosse della Bce?
La Banca centrale europea ha alzato i tassi di interessi. Significa che chi ha un conto deposito guadagna perché la banca dovrà versare di più al cliente. Ma perché questa scelta dovrebbe far diminuire i prezzi? Aumentando i tassi di interessi si scoraggiano gli investimenti. Per l’esempio appena fatto, si tendono a lasciare i soldi sui conti. Ciò significa che ci sarà una domanda minore e nei mesi a seguire un abbassamento dei prezzi.
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Al momento, però, questo effetto gradito non si è verificato. Allora cosa fare? Bisogna investire i propri risparmi. Vediamo come.
Abbiamo detto che potrebbe esserci la tendenza a lasciare i soldi sul conto. Aumenteranno per via degli interessi ma il valore sarà comunque minore proprio a causa dell’inflazione. Facendo un esempio pratico, oggi 10 euro ha un valore con il quale si possono comprare determinate cose. Tra un mese, con l’inflazione più alta, se ne possono comprare di meno perché sono aumentati i prezzi e dunque il valore sarà inferiore.
Cosa si potrebbe fare
Quindi non c’è soluzione? Potrebbe esserci. Alcuni economisti consigliano di avvicinarsi al mondo degli investimenti. Per combattere l’inflazione potrebbe aiutare distribuendo risparmi in investimenti a basso rischio, con un ritorno in termini percentuali tra il 4 e il 6 annuo.
Nel lungo termine una soluzione potrebbe essere investire in azioni. Il valore degli strumenti azionari, infatti, solitamente si apprezza durante il periodo inflazionistico. In questo modo si lascia inalterato il potere d’acquisto.
Ovviamente è natura degli investimenti avere una componente di rischio e in alcuni periodi questo può anche aumentare.
Investimento nel mattone
Una delle scelte più frequenti è investire nel mattone. Con l’inflazione infatti il prezzo degli immobili tende a crescere nel tempo. L’investitore in questo caso avrebbe qualcosa di “sicuro”.
Si apre però in questo campo una vastità di ipotesi e fattori da tenere in considerazione. Bisogna fare attenzione perché i prezzi degli immobili sono variabili (e anche di molto) in base alle città e alle zone.
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Quando si dice che l’inflazione colpisce tutti, neanche questa affermazione è sbagliata. Però quello della casa è l’esempio lampante di come il povero la patisce sempre di più. Un ricco può investire comprando un immobile (ricordiamo, è sempre un investimento e ha dunque un rischio) ma chi non ha disponibilità resta ancora con pochi strumenti per combattere una guerra pericolosa che lo può rendere ancora più povero.