Flat Tax, è legge con la manovra economica voluta dal governo. Modificato il sistema di tassazione ma solo per alcuni lavoratori
Novità importanti per i liberi professionisti e ditte individuali che nel 2023 sono titolari di Partita Iva in regime forfettario. Questo nel 2014 ha sostituito il precedente che si chiamava dei “minimi”.
Con la Legge di Bilancio in vigore dal primo giorno dell’anno a cambiare è il limite di ricavo che fa sì che il professionista possa rientrare nel regime forfettario.
Flat Tax: le novità dal 2023
Era ammesso il lavoratore che guadagnava fino a 65mila euro all’anno: ora la soglia sale a 85mila. Con il forfettario nei primi cinque anni, per la quota tassabile, si paga solo il 5%, dopo il 15%. Vediamo cosa cambia con la nuova flat tax con tanto di calcoli facendo degli esempi.
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L’imposta unica del 15% si applica su una base imponibile, in ogni caso non superiore a 40mila euro, che è pari alla differenza tra il reddito d’impresa e di lavoro autonomo dichiarato nel 2023 e il reddito d’impresa e di lavoro autonomo determinato negli anni 2020 al 2022, ridotta del 5%.
Una soluzione che doveva essere estesa a tutti ma probabilmente per via degli alti costi della misura, per il 2023 è stato deciso di riservarla solo ai liberi professionisti, escludendo chi ha un reddito da dipendente.
Facciamo un esempio di reddito nel 2023 pari a 80mila euro e di 75mila nel 2022. Nel 2021 pari a 76mila. La differenza tra il reddito del 2023 e il reddito del 2021 è di 4.000 euro: quindi il 5% del reddito del 2021 è pari a 3.800 euro.
Per calcolare la base imponibile assoggettabile a flat tax bisogna applicare la differenza tra il reddito del 2023 e il reddito del 2021 (come detto 4mila euro e il 5% del reddito 2021 (3.800 euro).
La base imponibile sui cui applicare l’aliquota al 15% è di 200 euro. Il resto del reddito non incrementale, 79.800 euro, si applica l’aliquota ordinaria.
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Un’importate precisazione su questo sistema fiscale riguarda il vincolo d’uscita e la sua gestione. Infatti il passaggio al regime ordinario in modo diretto nel corso dell’anno quando si superano i 100mila euro di ricavi o compensi. A partire dalle operazioni effettuate che comportano il superamento del limite è richiesta l’imposta sul valore aggiunto.