Con la reintroduzione delle accise sui carburanti il prezzo di diesel e benzina sta tornando alle stelle e diventando frutto di speculazioni.
Crisi energetica e caro-carburanti: due questioni che vanno a braccetto e che stanno mettendo a dura prova l’economia nazionale. In particolare, a partire dal primo gennaio sono state reintrodotte le accise sui carburanti e in conseguenza di ciò il prezzo di diesel, benzina, GPL e metano è tornato a salire vertiginosamente.
A ciò bisogna poi aggiungere le speculazioni di quegli enti distributori che decidono di aumentare ulteriormente i prezzi, facendosi forza di trovarsi in posizioni strategiche ove non devono temere i prezzi concorrenziali di altri distributori. Il caso più esemplare, in questo senso, è quello dei distributori in autostrada. Per porre un freno alla speculazione sfrenata sui prezzi dei carburanti, il governo ha stilato un decreto ad hoc sulla questione.
Decreto contro il caro-carburanti: doppio prezzo per diesel e benzina ai distributori
Giorgia Meloni, in collaborazione con il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, ha decretato che i distributori di carburanti dovranno esporre un doppio prezzo, in un’ottica di trasparenza nei confronti dei consumatori. Uno sarà il prezzo medio nazionale, l’altro quello che il distributore decide di applicare sui carburanti.
Tale decisione giunge in un momento in cui il prezzo di diesel e benzina è arrivato a sfiorare i 2,50 euro al litro. L’Osservatore dei prezzi del ministero dell’Impresa e del Made in Italy e il Codacons hanno monitorato l’andamento dei costi e infine presentato un esposto all’Antitrust.
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In collaborazione con la guardia di finanza lo scopo è quello di sanzionare le condotte scorrette accertate, nonché di sospendere definitivamente l’attività di coloro che si macchiano di recidiva nella speculazione sui carburanti. La questione, però, non si risolverà solo esponendo il doppio prezzo al distributore. Il costo del carburante in aumento favorisce infatti l’inflazione, comportando costi di produzione e trasporto delle merci maggiori.
Stando alle parole di Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori, “il primo responsabile di quanto sta accadendo è il governo stesso che ha deciso di aumentare le tasse agli italiani. Prima alzando le accise di 0,10 euro a partire dal primo dicembre e poi non rinnovando dal primo gennaio lo sconto rimasto di 0,15 euro”.