I contributi assistenziali per le pensioni INPS provengono dalle tasche degli Italiani, in particolare da coloro che hanno redditi superiori a 35mila euro.
La grave crisi economica che sta impelagando nel nostro Paese ha reso le cose difficili per milioni di Italiani. La pandemia scoppiata nel 2020, e che sta avendo strascichi sulla nostra economia ancor oggi, non ha aiutato di certo e le persone finite a vivere sotto la soglia di povertà assoluta sono diventate tantissime. Nel 2008 i dati parlavano di circa 2,11 milioni di poveri assoluti, che nell’arco di circa 10 anni sono più che raddoppiati, andando ad attestarsi su circa 4,5 milioni nel 2019.
Il Covid ha peggiorato ulteriormente la situazione, tanto che a livello statale si è reso necessario intervenire con misure emergenziali sotto forma di assistenzialismo. Una delle categorie più a rischio, da un punto di vista economico, è sicuramente quella dei pensionati. Secondo i dati raccolti dall’Osservatorio di Itinerari Previdenziali, su poco più di 16 milioni di ex lavoratori, circa 7 milioni e 277mila sono assistiti: di questa fetta il 44% riceve prestazioni del tutto assistenziali, il 56% fa invece parte degli invalidi di lavoro.
Nel corso degli ultimi anni le cifre per l’assistenzialismo sono salite da 54 a 144 miliardi di euro, di cui fanno parte anche circa 22 miliardi necessari ad aumentare le pensioni minime. Questa manovra, in particolare, è stata fortemente voluta da Forza Italia, che punta nei prossimi mesi a incrementare le pensioni INPS minime fino a 1.000 euro mensili.
Ma da dove arrivano i fondi per le pensioni INPS assistenziali? Si tratta del ricavato delle tasse versate dai contribuenti che hanno un guadagno maggiore di 35mila euro lordi ogni anno. Questi ultimi vanno a finanziare anche alcune categorie ben specifiche di ex lavoratori. Alcuni esempi sono: ex dipendenti pubblici, ex dipendenti di Ferrovie dello Stato, Spedizionieri doganali e quelli per i porti di Trieste e Genova.
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Con l’introduzione di Quota 103 come parte della manovra pensionistica nella nuova Legge di Bilancio, inoltre, è prevista una spesa di circa 48 miliardi di euro. Distribuiti nell’arco di 10 anni.