L’Italia è la Repubblica dei bonus con tutte i versamenti che hanno ottenuto i lavoratori: qual è la professione con più beneficiari
Questi anni saranno ricordati come l’età dei bonus. Un’economia incentrata sulle agevolazioni e non poteva essere altrimenti. La pandemia (arrivata in un periodo di crisi da quellA nata nel lontano 2008) ha tolto lavoro e tanti si sono dovuti reinventare.
Il 2022 è stato poi l’anno dell’attacco russo all’Ucraina (mentre già erano in aumento i prezzi) con l’inflazione che ha toccato cifre record. È stato dunque necessario elargire contributi.
La Repubblica dei Bonus: i costi
La bonus economy dei professionisti ordinistici vale oltre 1,3 miliardi di euro, soldi erogati tra il 2020 e il 2022. I dati emergono dall’elaborazion Adepp a consuntivo dei tre sostegni che i vari governi hanno riconosciuto ai professionisti.
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Secondo il XII rapporto Adepp sulla previdenza privata la voce più grossa ce l’ha il Rui, (Registro degli Intermediari Assicurativi). Dai mesi più difficili della pandemia con la prima ondata (primavera 2020) con il bonus 600 euro ai 1.000 di maggio dello stesso anno, i professionisti hanno beneficiato di oltre un miliardo di euro.
Solo 163 milioni in totale sono stati investiti per finanziare l’anno bianco contributivo, cioè l’esonero parziale dai contributi 2021. Il bilancio dei due bonus una tantum pensati dal governo Draghi contro il caro energia (200 euro prima per chi guadagna meno di 35mila euro e 150 poi per i redditi di massimo 20mila) ha avuto un costo inferiore ai 100 milioni di euro.
Chi ha avuto più soldi
Sono gli avvocati i professionisti che hanno beneficiato maggiormente, ossia il 31% del totale, oltre 413 milioni di euro. A seguire ci sono gli ingegneri e gli architetti iscritti a Inarcassa con quasi 270 milioni, il 20% circa del totale. La classifica speciale continua con i geometri, quasi 142 milioni, e i medici con circa 121 milioni di euro.
Le due misure non sono state rinnovate dal governo Meloni nella nuova Legge di Bilancio così come altre misure in contrasto all’inflazione come il taglio delle accise sui carburanti e il bonus trasporti.
La manovra conferma però il taglio del cuneo fiscale voluto da Draghi di due punti percentuali a lo porta a tre per chi guadagna meno di 25mila euro all’anno.
Ciò si traduce in buste paghe più pesanti per i lavoratori ma allo stesso momento l’effetto viene visto come rischio per la Banca Centrale Europea. Nel giorni scorsi il numero uno dell’istituzione finanziaria, Christin Lagarde, ha lanciato l’allarme.
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Nel corso di un’intervista rilasciata a un giornale croato ha detto che più soldi in tasca si può tradurre proprio in ciò che si vuole combattere: un ulteriore aumento dei prezzi.