Dal 1 gennaio 2023 cambiano tutta una serie di parametri per l’accesso alle pensioni. Ecco quali sono ed i motivi delle scelte del Governo
Il 19 gennaio 2023 è una data importantissima per la storia della previdenza sociale italiana. In quella data, infatti, il Ministro del Lavoro del Governo del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, Marina Calderone, sindacati e i le parti datoriali si incontreranno per la prima volta dalla nascita dell’esecutivo uscito dalle urne del 25 settembre.
L’incontro ha come oggetto la Riforma delle Pensioni, riforma resa necessaria da tutta una serie di questioni. In primo luogo la questione temporale, l’ultima riforma della serie risale al 2011 e porta la firma di Elsa Fornero. Una riforma controversa, generatrice di polemiche e spesso oggetto di scontro feroce.
In secondo luogo la questione politica, dal 2011 ad oggi i vari ministri del lavoro che si sono succeduti, data la turbolenza delle maggioranze parlamentari che li sostenevano, non hanno potuto fare altro che mettere in cantiere mini riforme e deroghe.
In terzo luogo la questione economica. Oggi in Italia ci sono 18 milioni di pensionati che cubano un valore di spesa di circa 313 miliardi di euro l’anno. Il 16% dell’intero Prodotto Interno Lordo.
Il Ministro Calderone e le parti sociali si vedranno con l’obiettivo comune di varare la Riforma definitiva. Ma nel frattempo va sostenuta la spesa attuale e messi in sicurezza i conti dell’INPS.
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A tal proposito nella manovra finanziaria per l’anno 2023 è stata fatta una scelta importante, quella di fare fronte alla fine della deroga alla Riforma Fornero modificando la cosiddetta Quota 103.
Quota 103 non è altro che la somma degli anni di vita delle persona che vuole andare in quiescenza con i contributi versati. Quota 103 nell’anno 2022 era raggiungibile con 64 anni di età e 39 di contributi. Dal 2023 cambiano i parametri, si scende all’età minima di 62 anni ma i contributi diventano di, almeno, 41 anni.
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Il provvedimento, stima l’INPS, dovrebbe interessare circa 50.000 persone. Ed avrà un’altra penalizzazione rispetto a Quota 103 pregressa, l’importo dell’assegno che verrà riscosso fino ai 67 anni, l’anno in cui la pensione sarà completa, non potrà superare di 5 volte la pensione minima attuala erogata da INPS, 600 euro netti.