In sede di manovra di bilancio il nuovo governo Meloni è intervenuto anche su alcune questioni relative alla tassazione Irpef. Quali?
La manovra fiscale del nuovo governo Meloni deve fare i conti con la mancanza di fondi in un momento di grave crisi economica ed energetica. Per questo la maggior parte del budget messo a disposizione dei vertici nazionali andrà a confluire nell’ambito del caro bollette e del caro energia. Oltre a ciò, tuttavia, in fase di manovra di bilancio si è presa in considerazione anche la questione fiscale.
L’intenzione del governo Meloni, infatti, è quella di riformare le fasce di reddito per quanto riguarda il versamento dell’Irpef allo Stato. Ad oggi gli scaglioni sono 4, ma il governo vorrebbe accorpare la seconda e terza fascia in una maxi fascia con tassazione collettiva media. Insomma, anche se la prima legge di bilancio approvata in extremis il 29 dicembre 2022 non ha previsto grosse modifiche, l’intenzione per il 2024 è di mettere mano alla questione Irpef.
Governo Meloni: come riformare le fasce di reddito Irpef
Stando a quanto affermato con la delega fiscale, a partire dal 2024 l’imposta sul reddito delle persone fisiche sarà interessata dalla modifica delle aliquote. Dai 4 scaglioni originali si passerà a 3, “ferma restando la necessità di individuare le dovute coperture, senza scostamenti di bilancio” messa in evidenza dal vice ministro per l’Economia Maurizio Leo.
A ciò bisogna aggiungere l’intenzione del governo di introdurre il Quoziente Familiare per quanto riguarda la progressività della tassazione Irpef. Come già previsto per il nuovo superbonus 90%, anche nel caso delle fasce di reddito il governo vuole valutare la presenza di più o meno figli all’interno delle famiglie.
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Si tratta di misure economiche che il governo sta cercando di attuare nonostante la mancanza di fondi da dedicare a nuove manovre. Per far ciò sono numerosi i bonus non rinnovati per il 2023 e il 2024, oppure quelli che hanno subito sostanziali modifiche come il Superbonus 110% “declassato” a Superbonus 90%. Per non parlare dell’eliminazione del Reddito di Cittadinanza a partire da fine 2023.