In seguito alla nuova manovra di bilancio bisognerà dire addio ad alcuni bonus non rinnovati, scopriamo quali sono le misure cancellate.
Stiamo vivendo una grave fase di crisi economica e, soprattutto, energetica. In seguito allo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina i prezzi per l’energia sono saliti alle stelle e in Italia si sta registrando un caro-bollette mai visto prima. Per la stessa ragione la maggior parte dei fondi statali messi a disposizione del nuovo governo Meloni si sono concentrati maggiormente sulla questione del caro-bollette e dei costi dell’energia.
In conseguenza di ciò molti degli altri comparti del welfare hanno subito modifiche o addirittura cancellazioni. In particolare stiamo parlando degli incentivi e dei bonus non rinnovati, ma anche di misure contro la povertà come il Reddito di Cittadinanza, ai quali bisognerà dire addio a fine anno o che abbiamo già dovuto “salutare”.
Innanzitutto il rincaro dei carburanti dovuto allo stop dello sconto sulle accise. Per alcuni mesi il governo è riuscito a procrastinare questo momento, ma ora non è più così. La benzina, ad esempio, si aggira ormai su un prezzo di quasi 2 euro al litro. Sempre nell’ambito dei trasporti attenzione anche al bonus trasporti, che permetteva di acquistare abbonamenti per mezzi pubblici quali treno o metropolitana, sfruttando un contributo di 60 euro che però non è stato rinnovato.
I bonus da 150 e 200 euro dedicati a lavoratori e pensionati saranno solo un lontano ricordo, poiché il governo non ha deciso per una nuova erogazione. Per quanto riguarda l’edilizia, il cosiddetto ex Superbonus 110% è diventato ora Superbonus 90%. Mentre il bonus facciate è stato completamente cancellato.
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Infine stop anche al bonus televisore: niente più contributi statali per l’acquisto di decoder o apparecchi televisivi. A ciò va infine ad aggiungersi anche una delle manovre più sconvolgenti decise dal governo: la cancellazione del Reddito di Cittadinanza a partire da fine 2023. Reddito che già a partire dall’anno in corso dovrà rispettare alcuni nuovi requisiti per l’assegnazione. E non si potrà ricevere per più di 7 mensilità di seguito.