Fisco nel 2023: la Legge di Bilancio ha introdotto nuove regole e confermate altre già in vigore negli ultimi anni
Con la Legge di Bilancio approvata dal Parlamento il 29 dicembre, sono tante le novità introdotto in ambito fiscale ed economico. Buona parte dei fondi della manovra (21 miliardi su 35) sono utilizzati per contrastare il caro-energia.
Alcune agevolazioni previste dai precedenti governi sono state confermate. Altre hanno subito delle modifiche e altre ancora sono state invece abolite. Per fare degli esempi, il Bonus sociale (lo sconto diretto sulla bolletta di luce e gas) era previsto per i cittadini con un Isee di massimo 12mila euro: il governo Meloni l’ha portato a 15mila. Oppure il Bonus 110% che da quest’anno sarà al 90%.
Tra le altre misure si è posto l’obiettivo di ridurre il carico degli oneri di adempimento e il grande delle controversie con l’amministrazione finanziaria. Vediamo quali sono i punti più importanti e i cambiamenti che hanno un maggiore impatto nella vita di tutti i giorni.
Sugli errori contabili viene concessa la possibilità di regolarizzarli solo a chi sottopone il proprio bilancio a una revisione legale dei conti. In tal caso non si dovrà presentare una dichiarazione integrativa.
Per una contabilità più semplificata, il regime si innalza a 100mila euro la soglia di ingresso. Ciò riguarda sia le persone fisiche sia le Sns e le Sas o le società di persone equiparabili.
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Novità anche sugli ammortamenti. Alcune categorie dei commercio, come ad esempio i supermercati, vedranno raddoppiare l’attuale coefficiente di deducibilità degli ammortamenti dei fabbricati indispensabili per lo svolgimento dell’attività: dal 3% si passa al 6%.
Per la rivalutazione di quote e terreni è prevista un’imposta sostitutiva che passa dal 14% attuale al 16%. Tempi allungati: per versare la prima rata si avrà tempo dal 30 giugno al 15 novembre 2023.
Sul caro-energia il credito di imposta alle imprese per il primo trimestre del nuovo anno è previsto un bonus del 45% per le imprese energivore, per le altre è posto al 35%.
Prevista una stretta sulla deducibilità delle spese connesse a operazioni finanziarie effettuate con professionisti o aziende che hanno sedi in Paesi non cooperativi ai fini fiscali. Per far rientrare gli utili esteri non distribuiti verrà applicata un’imposta sostitutiva. L’aliquota sarà del 9% per le società di capitali e i soggetti Ires, per i soggetti Irpef al 30%.
Sul trasferimento beni, le società di persone e di capitali potranno cedere ai soci beni immobili non strumentali con un’imposta sostitutiva sulle plusvalenze pari all’8% (che sale al 10,5% per le società di comodo.
Cambia la natura del Regime forfettario per i professionisti titolari di Partite Iva e ditte individuali. Prima rientravano sotto queste categoria chi aveva ricavi del massimo 65mila euro all’anno con accesso alla flat tax del 15% (5% per le nuove attività): ora sale a 85mila euro.
Una novità assoluta è la flat tax relativa alla “parte incrementale” del reddito 2023. Riguarda chi non fa parte del regime forfettario. In pratica la tassa del 15% sarà applicata su una base imponibile inferiore a 40mila euro ma alla parte pari pari alla differenza tra reddito di impresa/di lavoro autonomo 2023 e reddito di impresa/di lavoro autonomo di importo superiore dichiarato nel 2020, 2021 e 2022.
Per le plusvalenze di soggetti esteri che derivano dalla cessione di partecipazioni non negoziate in mercati regolamentati relative a Enti/società, la tassazione avverrà nel nostro Paese.
Il credito di imposta previsto per le spese di consulenza sulla quotazione sulle aziende piccole e medie, viene prorogato fino al 31 dicembre. Il tetto sale da 200mila a 500mila.
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Infine il riciclo. Per il 2023 e il 2024 ci sarà ancora l’applicazione del credito d’imposta al 36% per un massimo di 20mila euro per ciascun beneficiario per chi compra materiale riciclato.