Gli stipendi in aumento possono causare altri effetti negativi sulla popolazione: l’avvertimento dalla Banca Centrale Europea
L’inflazione è un grande problema per famiglie e imprese. Come tutti i temi in economica, è necessario un equilibrio e nulla deve pendere mai solo da una parte. Infatti l’aumento dei prezzi non è sempre un fenomeno negativo, anzi.
Si tratta di un fattore che stimola la crescita. L’Unione europea, stima che ogni anno l’inflazione deve essere tenuta sotto controllo, circa il 2%. Oggi nel vecchio continente è al 10%.
Per abbassarla la Banca Centrale Europea ha alzato i tassi di interesse al 2,5%. Ciò significa che aumentano le rate dei mutui ma salgono i valori dei soldi depositati.
Stipendi in aumento, non sempre una buona notizia: quali sono gli effetti
Contro l’aumento dei prezzi i lavoratori chiedono più soldi. Le buste paghe stanno salendo (sarà così anche in Italia con il taglio del Cuneo fiscale) ma ciò non significa necessariamente che si tratta di una buona notizia. In termini molto pratici: più soldi abbiamo in tasca e più i prezzi continueranno ad aumentare.
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La presidente della Bce Christine Lagarde ha spiegato che la la corsa al rialzo delle buste paga può causare proprio questo effetto. “Sappiamo che i salari stanno aumentando, probabilmente a un ritmo più veloce del previsto”, ha detto in un’intervista rilasciata al quotidiano croato Jutarnji list (la Croazia oggi, 1 gennaio, è un nuovo Paese ad area Euro). Bisogna porre attenzione che le cause interne all’Europa, strettamente collegate alle misure fiscali e alle dinamiche salariali, non consolidino l’inflazione, ha affermato.
Il pensiero di Lagarde è condiviso anche da altre istituzioni economiche. Di recente infatti anche il governatore della Banca Centrale dei Paesi Bassi Klaas Knot ha espresso lo stesso timore. Più soldi in tasca, ha spiegato, anziché aiutare i lavoratori potrebbe svantaggiarli. Secondo i calcoli della Bce la crescita degli stipendi nell’Eurozona raggiungerà il 5,2% l’anno prossimo. Sono previsioni, dati che possono anche essere smentiti.
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Una previsione che però non coincide con quella di 37 economisti di spicco intervistati dal Financial Times, secondo i quali l’aumento delle buste paga sarà più contenuto, intorno al 4,4%.