Bonus Matrimonio 2023, cosa dice la proposta di legge: quali sono i requisiti e cosa si può fare con il contributo erogato dallo Stato
Il mese scorso si è parlato molto della proposta di legge avanzata dalla Lega ribattezzata Bonus matrimonio. Inizialmente riguardava solo le coppie interessate al rito religioso, poi esteso anche al civile.
La proposta prevede una detrazione delle spese sostenute per un massimo di 20mila euro. In realtà anche altri enti hanno avviato iniziative del genere come la Regione Lazio. Non sono neanche mancati i tentativi di truffe.
Proprio nella regione della capitale alcune domande sono state respinte. Una donna era già sposata da anni e altri invece lo hanno fatto fuori dal territorio regionale o all’estero ma hanno comunque cercato di incassare l’agevolazione.
Bonus Matrimonio 2023, cosa si può fare
Quali sono i requisiti per godere del bonus? Bisogna avere la cittadinanza italiana da almeno dieci anni e un’età inferiore ai 35 anni. Il reddito (complessivo) deve essere inferiore a 23mila euro. Lo Stato mette sul piatto
La spesa per lo Stato 120 milioni per il 2023, 90 milioni per il 2024 e 85 milioni per il 2025.
LEGGI ANCHE: 2023, su quali Bonus potrai ancora contare
Siccome ancora nulla è ufficiale, se l’iter per l’approvazione della legge dovesse iniziare, molte cose tra i requisiti potrebbero cambiare. L’iniziativa non ha l’appoggio del governo poiché sia il presidente Meloni che il ministro Crosetto sin dal primo momento hanno detto che non è allo studio dell’esecutivo. Infatti il bonus non è stato inserito nella Legge di Bilancio.
Al momento, per com’è adesso la versione della proposta, può essere usato per far fronte alle spese acquisto abiti e accessori da cerimonia, allestimenti floreali e acconciature, bomboniere, noleggio auto da cerimonia, il fitto della sala per il ricevimento e il servizio catering, servizio fotografico, wedding planner, le fedi nuziali e l’animazione. Per un massimo di 700 euro anche il viaggio di nozze.
LEGGI ANCHE: Nuovo Bonus Turismo 2023 del Governo Meloni
Il fine della legge non è solo quello di dare un aiuto ai settori legati al matrimonio che molto hanno sofferto durante la pandemia, ma anche rilanciare il numero dei matrimoni celebrati in chiesa.