Reddito, con le modifiche introdotte dalla Legge di Bilancio sono previste tante novità sul come funzionerà
Martedì 27 dicembre la Legge di Bilancio approda in Senato per la discussione dopo aver ottenuto il via libera alla Camera dei Deputati. Il Reddito di Cittadinanza sarà percepito nel 2023 solo per sette mensilità e dal 2024 la misura sarà cancellata.
Tra le altre modifiche per il nuovo anno, l’obbligo per i beneficiari di età compresa tra 18 e 29 anni di frequentare un corso per il completamento della scuola dell’obbligo.
Gli emendamenti della maggioranza di centrodestra è prevista la cancellazione dell’offerta di lavoro congrua per non perdere il diritto al sussidio. Ma di cosa si tratta?
Reddito: com’era prima, cosa sarà dal 2023
Quando il Reddito è diventato legge nell’aprile del 2019, il governo di Giuseppe Conte definì il concetto di offerta congrua. In pratica i beneficiari possono rifiutare una proposta di lavoro se questa non possiede alcuni requisiti essenziali. Nel caso di prima offerta, ad esempio, il rifiuto è lecito se riguarda un lavoro distante oltre 80 km dalla residenza o se è raggiungibile entro 100 minuti con i mezzi pubblici. Questa regola vale se la proposta è di un lavoro a tempo parziale o determinato.
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Nel caso della seconda offerta, invece, il luogo di lavoro può avere sede su tutto il territorio nazionale ma per le proposte a tempo pieno e indeterminato.
Rientra nelle caratteristiche che fanno definire “congrua” la proposta anche la retribuzione che deve essere almeno del 20% superiore all’ultima indennità percepita. Cosa succede se una proposta viene rifiutata? Nel primo caso il percettore perde 5 euro al mese progressivamente e al secondo rifiuto il sussidio decade.
Con le novità introdotte dal governo Meloni il diritto al reddito di cittadinanza decade già dopo il primo rifiuto. Una parte dell’opposizione – il Movimento 5 Stelle che ha fatto del Reddito una sua battaglia – è furiosa contro il governo. Ma c’è una questione alla quale nessuno sta pensando.
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Nella sostanza cambia poco rispetto agli ultimi tre anni. Le offerte di lavoro devono essere proposte dai Centri dell’Impiego. In tutta Italia sono pochi i percettori che hanno ricevuto proposte lavorative dei Centri, evidenziando un pesante malfunzionamento del sistema Reddito.