Avere una casa di proprietà comporta onori e oneri, soprattutto per quanto riguarda le tasse da versare allo Stato o al Comune.
Quando si acquista un immobile bisogna prendere in considerazione diversi fattori, soprattutto per quanto riguarda i costi di gestione che andranno a pesare sulle proprie tasche. Se da una parte comprare una casa ci permette infatti di gestire quell’immobile come meglio crediamo (ad esempio eseguendo ristrutturazioni o modifiche all’edificio), dall’altra comporterà anche una serie di tasse e spese da affrontare.
Tali imposte prendono il nome di tasse di mantenimento e si applicano a tutte le case secondo alcuni parametri. Inoltre il loro ammontare cambia proporzionalmente al valore della rendita catastale dell’immobile a cui si riferiscono. A tenere presente questo valore è infatti l’Agenzia delle Entrate, che decide l’imposta sui redditi o quella di registro.
In base a ciò si può dunque affermare che le tasse di mantenimento fisse da pagare sugli immobili sono fondamentalmente 3: IMU, TASI e TARI. La prima è un’imposta municipale applicata sul possesso di una casa, la seconda un contributo da versare per la copertura dei servizi indivisibili. Ad esempio manutenzione pubblica e del verde o illuminazione stradale.
La TARI, invece, è l’imposta sui rifiuti istituita dalla Legge per la Stabilità nel 2014, assieme a IMU e TASI. IMU e TASI sono a carico del proprietario della casa, mentre la TARI, in caso di immobile affittato, spetta all’inquilino. A ciò bisogna aggiungere che le prime due tasse sono di solito applicate solo sui secondi immobili e oltre. In più sono alcune riduzioni su TASI e IMU: una del 25% nel caso in cui la seconda casa sia affittata con un contratto a canone concordato. Una del 50% nel caso in cui sia considerata inabitabile.
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Anche sulla TARI vengono applicate riduzioni in alcuni casi: nello specifico ad abitazioni adibite a uso stagionale, oppure abitate da residenti all’estero. Anche in caso di fabbricati rurali adibiti ad abitazione è previsto uno sconto sull’imposta per i rifiuti. Infine, sempre rispetto alla TARI, si può aggiungere che quest’ultima subisce una riduzione del 40% in luoghi in cui non avvenga raccolta di rifiuti. E del 20% ove il servizio di raccolta subisca interruzioni o sospensioni.