Mutui, è allarme delle associazioni di consumatori ma anche delle Banca d’Italia: cosa sta succedendo in Europa
La guerra non fa bene a nessuno, tranne a chi guadagna con la vendita delle armi e la conquista dei territori e delle risorse. Lo abbiamo sentito per anni, soprattutto dalla generazione ora anziana che ha vissuto il dopo-guerra che riportava i racconti dei propri genitori.
Ma quella che sembrava una frase fatta dei pacifisti la stiamo capendo ora. Gli effetti negativi non sono solo sulle spalle di chi vive il conflitto in prima persona (in questo caso il popolo ucraino) ma anche per noi.
L’inflazione, l’aumento dei prezzi energetici e dei prodotti alimentari, ma non solo. Chi sta pagando le rate di un mutuo, soprattutto a tasso variabile, conoscere benissimo quali sono le difficoltà.
La situazione è tornata sui livelli del 2014. Parliamo dunque dell’era precedente all’inizio della politica di tassi zero che ha caratterizzato gli ultimi anni.
“Bankitalia conferma gli allarmi circa la nuova stangata che si è abbattuta sui mutui degli italiani”, dice il Codacons. Soprattutto negli ultimi mesi, una rata da un mese a un altro risulta aumentata anche di 50-60 euro.
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La Banca d’Italia nel mese di ottobre ha registrato un aumento del 3,23% comprensivi delle spese accessorie, ossia il Taeg, Tasso annuale effettivo globale. A settembre era del 2,65%.
In aumento ovviamente anche i tassi passivi, quelli che la banca paga ai clienti sul complesso dei depositi che è salito dallo 0,34% allo 0,37%.
Ora stanno pagando di più le famiglie che hanno sottoscritto un prestito a tasso variabile. In un anno si stima l’aumento di circa 1.500 euro all’anno. Rispetto al 2021, considerando tutti gli incrementi decisi dalla Banca Centrale Europea negli ultimi mesi, la rata mensile è aumentata nel complesso di tra 120 e 150 euro.
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Ma perché aumentano i tassi dei mutui? Spiegato semplicemente, per frenare l’inflazione che oggi viaggia al 12% Banca Centrale Europea ha aumentato i tassi di interesse. Non potendo incrementare quelli fissi, gli effetti ci sono stati sull’Euribor, il parametro che definisce appunto il tasso variabile.