18App, la modifica alla legge come l’aveva prevista il governo non ci sarà più: nasceranno due Carte ma non l’anno prossimo
Sono state furiose le polemiche nell’ultima settimana in merito al cosiddetto Bonus Cultura 18enni. All’interno della manovra economica il governo di Giorgia Meloni aveva annunciato che ci sarebbe stata una grande riforma.
Per come era stata presentata, erano insorti l’opposizione ma anche le organizzazioni di categorie, librai ed editori che avevano sottolineato – dati Istat alla mano – che con il Bonus le fasce d’età interessate hanno letto di più.
Nella serata del 23 dicembre ci sarà il voto di fiducia alla Camera dei Deputati e dunque sapremo quale sarà la decisione finale.
18App: ecco la Carta Cultura e di Merito
18App cambierà ma non come inizialmente previsto. Quali saranno le novità per il 2023? Ecco in arrivo due Carte, quella Cultura e di Merito. Ci saranno quindi dei limiti – economici e non – rispetto alla legge in vigore dal 2016, voluta dal governo Renzi.
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Quella dava 500 euro di bonus da spendere in libri, biglietti per il cinema e il teatro, concerti e dischi, per i diciottenni. Ora invece ci saranno dei limiti, di reddito e di merito.
Le due carte godono della copertura finanziaria di 190 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2024. Dunque i giovani che usufruiranno del bonus del 2023 sono i nati nel 2004 che lo faranno con le vecchie regole e con i finanziamenti già stanziati, 230 milioni di euro.
Chi dovrà rispettare le regole dal 2024 saranno dunque i nati nel 2005. Ma nella pratica cosa cambierà? In tutto si potrà ottenere 1.000 euro ma devono coesistere due condizioni. 500 euro saranno elargiti ai diciottenni che vivono in nuclei familiari che hanno un Isee di massimo 35mila euro.
Per avere la carte di Merito, invece, bisogna aver ottenuto 100 come voto finale all’esame di maturità. In questo caso ci saranno altri 500 euro.
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Il secondo soprattutto è un incentivo ai giovani a fare meglio nel percorso scolastico, ottenendo una buona valutazione finale che possa essere sfruttata sia nel mondo nel lavoro che all’università.