Tra le novità introdotte con la nuova manovra finanziaria anche quelle in materia di adeguamento delle pensioni: ma alcune verranno tagliate.
Durante le discussioni per la manovra di bilancio si sta prendendo in considerazione anche un ambito piuttosto ampio: quello delle pensioni. Per adeguare il potere d’acquisto dei trattamenti pensionistici, infatti, si parla di una rivalutazione di queste ultime pari al 7,3% in più. Ma non sarà così per tutte, alcune pensioni, infatti, saranno tagliate. Cosa significa?
In seguito allo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina il tasso di inflazione è salito alle stelle e per tale ragione si è reso necessario adeguare il potere di acquisto di stipendi e pensioni dei cittadini. L’aumento è però destinato solo a una parte delle pensioni, perché altre saranno tagliate in maniera progressiva e secondo vari scaglioni. Il 7,3% in più, dunque, riguarderà solo gli assegni che ammontano fino a 4 volte la minima, stabilita a 562,63 euro al mese per il 2023.
Per il biennio 2023 – 2024, invece, subentreranno 6 fasce che determineranno altrettanti scaglioni per il taglio dell’adeguamento pensionistico. In particolare il governo Meloni ha deciso di aumentare da 3 a 6 gli scaglioni per la perequazione delle pensioni. Lo scopo è ovviamente quello di salvaguardare le pensioni più basse e allo stesso tempo quello di non pesare troppo sui fondi statali (destinati principalmente a fronteggiare la crisi energetica).
Pertanto la rivalutazione piena avverrà solo fino a 2.250,52 euro al mese. Nel caso di cifre superiori a 5.626 euro al mese, invece, il taglio sulla perequazione sarà di più di due terzi. Ecco nel dettaglio le 6 fasce di adeguamento pensionistico, ove il 100% sta a indicare un aumento del 7,3% dell’assegno:
Facendo seguito alle pressioni di Forza Italia, dunque, si potrà aumentare la minima fino a 600 euro (ma solo per gli over 75 e soltanto per un anno). Ed è proprio tramite il taglio sulla perequazione che si potranno ottenere i fondi per l’aumento del trattamento pensionistico minimo, in vigore già a partire dal primo gennaio 2023.