Fa sempre più discutere il cambio di requisito per accedere al Bonus 18App. Ecco come cambia il meccanismo e chi ne trae vantaggio
Nel 2016, nel bel mezzo della campagna per il referendum istituzionale, l’allora Presidente del Consiglio, Matteo Renzi trovò il tempo per varare un provvedimento che oggi, a 6 anni di distanza, torna prepotentemente al centro del dibattito politico. Parliamo del cosiddetto Bonus Cultura, ribattezzato 18App.
Il provvedimento operativo dal 1 gennaio 2017 prevede l’erogazione di un Bonus di 500 euro per i ragazzi che compiono 18 anni. La ratio del Bonus è quella di mettere a disposizione dei ragazzi che diventavano maggiorenni una cifra importante per acquistare libri, musica, film e spettacoli musicali e teatrali dal vivo.
Il Bonus, tuttora in vigore, è stato ampiamente apprezzato ed utilizzato da una intera generazione, quella dei nati tra il 1999 ed il 2004. Cinque classi di età che però, a quanto sembra, saranno gli unici della Z Generation ad usufruire di questo provvedimento. O almeno in questa forma.
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Proprio in questi giorni, infatti, è emersa, con forza, la volontà del Governo guidato dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni di cambiare le cose. La questione ha preso le mosse da un emendamento alla manovra finanziaria per il 2023, presentato dall’ex sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso della Lega e dal presidente della Commissione cultura della Camera Federico Mollicone di Fratelli D’Italia.
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Emendamento che prevedeva l’abolizione netta del Bonus 18App. L’obiettivo dei firmatari dell’emendamento era risparmiare le risorse economiche utilizzate per il Bonus per destinarle al supporto delle sagre locali. Si è scatenata una polemica politica feroce che ha costretto la Premier Meloni a prendere posizione in prima persona.
La proposta della Meloni è più articolata. La proposta prevede la modifica del Bonus 18App in CartaG, una carta per i giovani che compiono i 18 anni, ma che viene “riempita” con il Bonus solo a due condizioni, non alternative.
La prima è che il nucleo familiare dell’avente diritto abbia un Indicatore della Situazione Economica Equivalente, l’ISEE inferiore ai 35.000 euro. La seconda è che il voto alla maturità non sia inferiore a 100 su 100.
E qui scatta una sorta di premialità. Come detto non essendo i due fattori alternativa i 500 euro possono arrivare per reddito, per merito ma possono diventare 1000 nel caso in cui siano attivi tutti e due. Un cambio di rotta importante