Il conto corrente risente dell’inflazione con i soldi che abbiamo depositato che vengono erosi: cosa sta succedendo
Se l’aumento dei prezzi è uno degli effetti più immediati e visibili dell’inflazione, c’è un altro che si potrebbe definire subdolo ma altrettanto devastante per le tasche dei consumatori.
Parliamo dell’erosione dei risparmi. In pratica i soldi che con cura e fatica abbiamo conservato, perdono di valore con la Banca centrale europea che continua ad aumentare i tassi di interesse.
Secondo i numeri della Banca d’Italia, le tariffe dei beni alimentari, energetici e dei mutui, a ottobre sono saliti fino al 3,23% e nel mese precedente erano a 2.65%.
In questa situazione a costare di più saranno i prestiti con un tasso variabile che rappresentano il 40% del totale. Secondo il Codacons i beneficiari del finanziamento potrebbe pagare fino a 1.800 euro all’anno in più.
Nel 2023 le prospettive non sono delle migliori. Chi paga le rate di un mutuo può contare su una serie misure come la sospensione dei pagamenti ma è una via che nessuno vorrebbe prendere, per non allungare i tempi di acquisto della casa.
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L’aumento dei tassi per le banche è un beneficio sul fronte patrimoniale. La Bce punta a tenere l’inflazione attorno al 2%. Per anni è stata anche più bassa e ciò significava che quando le banche depositavano soldi presso la Bce, dovevano pagare perché il rendimento era negativo.
Oggi c’è il problema opposto con l’inflazione che è schizzata alle stelle. Con questa mossa – aumentando i tassi di interesse – la Banca centrale europea punta a far “costare” di più il denaro.
Facciamo un esempio. Se il cliente di una banca chiede un prestito di 1.000 euro con il tasso al 3%, dovrà restituire 30 euro di interessi. Ma funziona anche al contrario. L’interesse è l’ammontare che fruttano i risparmi, ciò il rendimento che si riceve quando è la banca che “prende” i soldi in prestito dal cliente quando deposita denaro. Altro esempio, un versamento di 1.000 euro con tasso al 3%, a fine anno si riceverà 30 euro di interesse.
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Con la situazione attuale c’è stato un rallentamento ad ottobre 2022 con i prestiti bancari che sono rallentati e si assestano al 3,4%. A settembre erano al 4%.