Reddito di cittadinanza, nuova proposta per ridurre ulteriormente il periodo di percezione: l’emendamento dalla manovra economica
Il Reddito di Cittadinanza è la misura più discussa negli ultimi anni. Ha trovato molto spazio nella campagna elettorale e fin dall’insediamento del governo Meloni (Fratelli d’Italia è nemico giurato del provvedimento) era chiaro che qualcosa sarebbe cambiato.
La Legge di Bilancio che il 20 dicembre sarà discusse alla Camera prevede l’erogazione solamente per altri otto mesi nel corso del 2023, poi l’abolizione del 2024. Secondo le ultime indiscrezioni ci sarebbe un ulteriore abbassamento dei tempi tempi a sette mesi, altri fondi per finanziare tutti gli emendamenti della nuova manovra finanziaria.
La riforma non deve apportare modifiche solo sui tempi e per risparmiare risorse, ma anche trovare il modo per arginare le truffe, innumerevoli in questi tre anni di Reddito.
Reddito di Cittadinanza: come utilizzare i soldi risparmiati
La proposta di sette mesi arriva dal leader di Noi Moderati, Maurizio Lupi. In questo modo nel 2023 si recupererebbero 200 milioni di euro. Soldi che potrebbero essere utilizzati per aumentare la pensione minima over 75 e per Opzione Donna.
Siccome il governo in Parlamento gode di una grande maggioranza, è probabile che la riforma del Reddito sia approvata. Saranno certi dunque almeno sette mesi nell’arco di tutto il 2023 oppure otto, se l’emendamento di Lupi non dovesse essere approvato.
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L’idea del governo è che devono usufruire del Reddito i cittadini che non possono lavorare come le persone fragili. Chi è nell’età e nella condizione psicofisica di farlo, deve essere cancellato dalla lista dei percettori.
Sono previsti casi in cui si continuerà a percepire 12 mensilità: nei nuclei con particolare disagio economico con un figlio minore a carico, un disabile o over 60 anni.
Corsi di formazione rafforzati
Dovrebbero essere potenziati i corsi di formazione e riqualificazione che verranno resi obbligatori, in particolare per la fascia d’età che può lavorare.
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Non è escluso che il Reddito sarà tolto anche a chi non ha completato il ciclo di studi obbligatorio. Per quanto riguarda i corsi di formazione c’è maggiore convergenza, sui ritorno a scuola invece vertono maggioro dubbi.