Codice della strada, multe: il governo è intenzionato a cambiare le modalità e gli importi potrebbero cambiare in questo modo
Cambiamento in vista sulle modalità di come verranno sanzionate le infrazioni del Codice della Strada. Galeazzo Bignami, vice ministro delle Infrastrutture, dicastero retto da Matteo Salvini, ha spiegato che sul tavolo c’è un’ipotesi che modificherebbe del tutto le multe.
Si tratta di una possibilità che in altri paesi è già realtà e che nel nostro da alcuni anni – pur senza grande clamore – ha qualche sostenitore.
Si dovrebbe legare la multa al reddito dell’automobilista come in Finlandia. “Svolgeremo un approfondimento specifico anche sulla possibilità di realizzare una proporzionalità tra il reddito e le sanzioni”, ha detto il viceministro. Ciò dovrebbe avvenire in un più vasto intervento di revisione del Codice della Strada annunciato dal leader leghista.
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Non solo in Finlandia ma anche in altri paesi della comunità e non appartenenti all’Unione Europea sono già in vigore leggi simili. Dalla Germania alla Danimarca, ma anche Svezia, Francia, Svizzera, Gran Bretagna e Belgio.
È un sistema che darebbe più equilibrio nelle sanzioni. Il fine ovviamente è sperare che il numero delle infrazioni cali e cercare di rendere più sicure le strade. Gli automobilisti indisciplinati nella maggior parte dei casi non hanno una particolare estrazione economica ma è anche evidente che chi ha maggiori disponibilità ha meno timore di essere multato.
Come funziona all’estero? Regno Unito, per esempio, le infrazioni sono suddivise in ordine di gravità. Si va da un 25% al 175% del reddito settimanale. Il tetto massimo è di 2.500 sterline per una violazione che viene commessa in autostrada mentre si ferma a 1.000 su altre strade.
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L’inasprimento delle pene è condiviso da Assoutenti ma ritenuto anche insufficiente. “Siamo d’accordo, ma i dati dimostrano che inasprire le sanzioni non incrementa realmente la sicurezza sulle nostre strade”, ha affermato il presidente Furio Truzzi. Ciò che è fondamentale, ha aggiunto, è lavorare sulla prevenzione, “sull’educazione stradale, sulla sicurezza delle infrastrutture e su quella dei veicoli”.