Rate per le tasse nel calcio, cosa sta succedendo nel mondo del pallone con i club che hanno temuto tanto: le richieste
La politica va incontro al calcio, una delle più grandi aziende del Paese. Un fenomeno che in Italia coinvolge milioni di persone, da un punto di vista lavorativo ma soprattutto per il semplice tifo. C’è il via libera alla alla rateizzazione delle tasse ma sono previste delle sanzioni, cosa che i presidenti del club temevano.
La scadenza è fissata al 22 dicembre e per quel giorno si potrà spalmare l’importo da versare in 5 anni con la divisioni in 60 rate, pagando però una maggiorazione del 3% – riporta la Gazzetta dello Sport – che è la percentuale prevista dalla Legge di Bilancio.
Una soluzione non totalmente completa poiché si sta lavorando per impedire che una denuncia penale porti all’allungamento dei tempi burocratici.
Per quanto riguarda i diritti televisivi, sarà possibile firmare con i broadcaster non più di tre contratti con una durata massima di cinque. Gli accordi in corso non si potranno prorogare.
Al momento c’è l’accordo ma non è ancora legge che dovrebbe diventare tale con l’inserimento nel Decreto Aiuti Quater. In esso con ogni probabilità sarà inserita anche la norma che è una vera e propria stretta contro la pirateria digitale.
Rate per le tasse nel calcio, quando bisogna pagare
Il ministro Abodi, ex presidente della Lega calcio Serie B, non esclude che si possa intervenire anche su altri temi sul “diritto alla scommessa a favore degli organizzatori degli eventi sportivi”. Un intervento legislativo che possa portare anche a un prelievo sulle giocate a vantaggio del sistema calcio.
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Sono oltre 500 i milioni da pagare alla scadenza. Anche se ora gli stadi sono aperti e i club stanno incassando di nuovo, il calcio continua a lamentare le mancanze che ci sono state durante la pandemia.
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Un problema portato nelle stanze della politica soprattutto da Lorenzo Casini (oggi numeri 1 della Lega calcio che all’epoca era capo di Gabinetto del ministro della Cultura Dario Franceschini Ma alla Cultura c’era il ministro Franceschini) e il presidente della Lazio Claudio Lotito, deputato di Forza Italia.