Una proposta di legge che, a quanto pare, potrebbe davvero essere approvata. Vediamo, dunque, di che cosa si tratta.
Come si sa, in tempi di crisi, tanti ambiti della nostra vita possono esserne influenzati. Di certo, infatti, al momento, molti italiani non se la stanno cavando benissimo.
L’inflazione e l’abbassamento del potere d’acquisto, infatti, sono sicuramente degli spauracchi con i quali la popolazione italiana sta facendo i conti. Che dire, riuscire a sbarcare il lunario è diventato sempre più arduo e, spesso e volentieri, si è costretti a fare dei tagli alle spese quotidiane.
Ma, per dirla tutta, c’è chi, non disponendo di uno stipendio adeguato, potrebbe anche rimandare una data molto importante. Ci stiamo riferendo, per l’appunto, alla celebrazione delle nozze.
Eh sì, perché diverse coppie, al giorno d’oggi, nonostante, magari, abbiano le più belle intenzioni romantiche, ci devono pensare davvero due volte prima di fare questo grandioso passo in avanti.
Ma non per qualche ripensamento di sorta riguardo al partner, ma proprio per il fatto che, anche in tale frangente, i costi possono essere preoccupanti. Ecco che allora il nuovo governo Meloni pare che abbia deciso di fare qualcosa in merito.
Ci stiamo riferendo al fatto che di recente, secondo quanto è stato riportato, sarebbe arrivata alla Camera la proposta di legge che prevede, per l’appunto, un bonus per il matrimonio religioso.
Insomma, da quel che sembra, la suddetta potrebbe veramente essere approvata. Così, nelle seguenti righe, vediamo, per la precisione, in che cosa consiste.
L’agevolazione in questione, dunque, si tratta di una detrazione Irpef proprio sulle spese attinenti alla cerimonia nuziale eseguita in Chiesa.
A tal proposito, quindi, si potranno scaricare dalla dichiarazione dei redditi a partire dal prossimo 1° gennaio 2023. Molti elementi, quindi, vengono racchiusi in questo sconto come, per esempio, i fiori, gli abiti, il servizio di ristorazione, e altro ancora.
Il bonus, inoltre, andrà a beneficio di persone al di sotto dei 35 anni che hanno mostrato un reddito non oltre i 23 mila euro annuali.
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C’è da sottolineare anche che le spese relative al matrimonio devono essere state effettuate in Italia e gli spettanti devono avere la cittadinanza italiana da almeno dieci anni.