Prelievo massimo al bancomat, qual è il limite massimo che bisogna rispettare? Non lo conoscono tutti: come fare per saperlo
Da quando è entrato in carica il nuovo governo si è tornato a parlare dell’uso del contante. Secondo la legge ora in vigore, il 1 gennaio 2023, il limite cala da 2.000 a 1.000 euro ma l’esecutivo ha inserito nella Legge di Bilancio l’innalzamento a 5.000 euro (la Lega aveva proposto 10.000).
Oltre a chiedersi chi può beneficiare di una soglia così alta, bisogna domandarsi anche qual è quella del prelievo giornaliero al bancomat.
Solitamente questa soglia è fissato da contratto che il cliente sottoscrive con la banca. Varia da 250 euro a 1.000 euro. Le prepagate per i minorenni, ad esempio, hanno un limite minore. Ad esempio quella di Poste Italiane consente massimo 30 euro.
Ma esiste un limite per legge? No, nessuna norma stabilisce quale deve essere la soglia massima stabilita dalla banca. Il fine del limite è arginare l’evasione fiscale e il lavoro nero. Esistono però delle soglie oltre le quali si accendono i controlli del Fisco.
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Queste verifiche riguardano soprattutto le aziende. Per prelievi oltre i 5.000 euro si può infatti sospettare che ci sia qualche pagamento a nero.
Per i privati i controlli sono più blandi. Spesso i limiti sono impostati dalla banca in base alla disponibilità del cliente. Per fare un esempio, se il cittadino apre un conto prepagato gratis, senza canone mensile, sul quale principalmente viene accreditato lo stipendio da circa 1.000 euro da dipendente, può o meno lo stesso sarà il limite giornaliero di prelievo. Difficilmente una carta del genere potrà prevedere prelievi fino a 5.000 euro.
Non tutti però sanno qual è il limite imposto dalla propria banca, anche se egli stesso lo ha sottoscritto. È venuto a conoscenza nel momento in cui ha firmato il contratto ma, diciamo la verità, non tutti ricordano dopo qualche anno cosa è previsto nel dettaglio. E forse è una postilla che neanche è stata letta quando ha firmato.
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Dunque per scoprirlo basta riprendere il foglio dell’accordo. Controllare sul web potrebbe essere una soluzione ma attenzione, nel frattempo, anche se il nome della carta è la stessa, potrebbero essere cambiate le regole. Infine, altro metodo è chiamare in banca.