Busta paga più ricca nel 2023: ecco a chi arriva l’aumento

Busta paga 2023, sorrido alcuni lavoratori che riceveranno un aumento sullo stipendio annuo lordo: i dettagli

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Più soldi in busta paga nel 2023: è l’effetto del taglio del Cuneo Fiscale inserito nella manovra economica che il Parlamento dovrà approvare entro il 31 dicembre.

A beneficiarne, però, non saranno tutti i lavoratori dipendenti ma quelli che hanno un reddito fino a 20mila euro. Per loro la riduzione è di tre punti percentuali. Inoltre ci sarà anche la conferma del taglio di due punti per i redditi fino a 35mila euro, come prevede la manovra ora in esecuzione, realizzata lo scorso anno dal governo Draghi.

In fatti però l’aumento sarà di molto poco. Come riporta Il Sole 24 Ore, chi percepisce 10mila euro lordi, ogni mese avrà in più circa 6 euro. Chi guadagna invece 15mila euro, il vantaggio economico sarà di 10 euro. Chi ha un reddito di 20mila euro, invece, riceverà all’incirca 11 euro.

Discorso diverso invece per chi ha stipendi tra i 20mila euro e i 35mila euro. Chi appartiene a questa fascia nel 2023 cambierà poco. A confronto con il 2021 il taglio del Cuneo Fiscale approvato dalla maggioranza precedente ha prodotto negli ultimi mesi del 2022 ha dato un beneficio di circa 27 euro mensili per chi si ferma a circa 25mila euro l’anno.

Busta paga 2023, cosa cambia per i lavoratori pubblici

Abbiamo parlato di lavoratori dipendenti, senza specificare che privati o pubblici. Per questi ultimi andrà un po’ meglio. La Legge di Bilancio stanzia un miliardo di euro come una tantum, solo per il 2023, dell’1,5% dello stipendio lordo.

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Dunque si andrà da un minimo di 21 euro al mese fino a oltre 70 euro mensili (per i dirigenti con stipendi più alti). In pratica, siccome l’1,5% è uguale per tutti (questa una tantum non è in base al reddito), chi guadagna di più, avrà di più.

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Come detto sono aumenti di poca sostanza in un periodo di fortissima inflazione. In alcuni casi non si possono neanche definire dei cuscinetto contro il caro-vita ma buona parte dei lavoratori gradiscono comunque ed è un vantaggio rispetto a chi per legge non riceve alcun trattamento in tal senso.

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