Bonus Maroni, dal prossimo anno è possibile avere più soldi in busta paga ma è un’arma a doppio taglio: i dettagli
Come funziona il bonus Maroni? Lo prevede la Legge di Bilancio ora approvata dal governo Maroni e che dovrà essere sottoposta al Parlamento e ricevere il via libera entro la fine dell’anno. Porta il nome dell’ex ministro del Lavoro prima e dell’Interno scomparso di recente perché la norma riprende una sua proposta.
Quando la manovra è stata approvata dal Consiglio dei Ministri, il titolare dell’economia Giancarlo Giorgetti ha fatto una precisazione in un momento che è stato anche commovente. Maroni era scomparso da qualche ora e il ministro ha detto che molti giornalisti avevano erroneamente attribuito a lui la paternità di questa legge.
Spetta invece a Maroni, al quale Giorgetti aveva anche scritto senza ricevere risposta. Con voce rotta aveva detto che poi è stato chiaro a tutti perché non lo aveva fatto.
Bonus Maroni, come funziona
Venendo alla legge, garantisce un aumento di stipendio ai lavoratori alla soglia della pensione che decidono invece di restare al proprio posto. Un aumento netto che però non avrà valore per la pensione. In pratica chi ha i requisiti per lasciare il lavoro (da gennaio, proprio per via della Legge di Bilancio, si potrà fare con Quota 103, 62 anni di età e 41 di contributi), può rinviare la pensione guadagnando un aumento del 10% sullo stipendio.
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Si fermano i contributi
Ma sia il datore che il lavoratore da quel momento smettono di versare i contributi previdenziali. In pratica la pensione sarà calcolata senza la parte di stipendio sfruttando il Bonus Maroni. Quando il lavoratore deciderà di andare in pensione, l’importo dell’indennità sarà calcolato fino al momento in cui ha deciso di continuare a lavorare per ottenere il 10% in più in busta paga.
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Prima introduzione 18 anni fa
La legge era stata introdotta la prima volta nel 2004 (la numero 243) quando Roberto Maroni era nel governo Berlusconi quota Lega. Era stata pensata per ridurre le spese delle pensioni.