Una sanzione decisamente salata quella che si è accaparrata una delle principali aziende di telecomunicazione.
Vodafone Italia, come si sa, è una nota impresa di telecomunicazioni che si rifà, per l’appunto, al gruppo britannico, e attualmente la sede legale nostrana è a Milano.
La data di fondazione, in effetti, ormai, risale a tanti anni fa, e da quel momento, si può affermare con certezza che abbia sempre più preso piede e sia stata scelta, passo dopo passo, da svariati utenti.
D’altra parte, secondo alcune fonti accreditate, Vodafone, nella classifica degli operatori telefonici italiani, si attesta al secondo posto, anticipata soltanto da TIM. Insomma, al giorno d’oggi, è sicuramente una delle aziende principali nell’ambito del TLC.
E, un po’ come fanno i competitor, cerca spesso e volentieri di proporre offerte vantaggiose sia per la telefonia che per internet casa. Tuttavia, proprio di recente, si è resa protagonista di una vicenda piuttosto spiacevole.
A tal proposito, quindi, nelle prossime righe, vorremmo approfondire brevemente che cosa è successo ai danni di una signora ottuagenaria. Quest’ultima, infatti, dopo l’accaduto, ha deciso di sporgere un reclamo che, a quanto pare, è costato davvero tanto a Vodafone.
In particolare, stando a ciò che è stato riportato, il Garante della privacy si è visto costretto a intervenire vista l’entità del problema stesso. La donna, infatti, ha lamentato il fatto di essere divenuta cliente di Vodafone contro la propria volontà.
Una situazione che ha spinto, per l’appunto, la suddetta autorità amministrativa a vederci chiaro e a sanzionare Vodafone Italia per una cifra pari a 500 mila euro.
E, ha peraltro sottolineato che sarà dovere della società in questione verificare che i dipendenti dei call center operino in maniera corretta nei confronti degli utenti e durante le campagne di telemarketing.
Nel caso che abbiamo analizzato poche righe fa, però, Vodafone ha dichiarato che era stata la signora stessa a confermare di voler sottoscrivere il nuovo contratto.
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Il Garante della privacy, però, si è preso la briga di ascoltare la registrazione della telefonata con il call center albanese e ha notato che sia l’informativa sul trattamento dei dati che per giunta gli elementi del contratto erano stati spiegati in modo eccessivamente veloce, rendendo il tutto veramente poco comprensibile.