Taglio dell’Iva nella Legge di Bilancio approvata dal governo: cosa prevede e quali sono le principali novità
Quella che una volta veniva chiamata legge finanziaria ha visto la luce. Ora toccherà al Parlamento con gli emendamenti modificare la manovra economica del governo Meloni.
Su piatto 35 miliardi di euro e oltre al taglio del cuneo fiscale c” anche per l‘Iva ma solo per alcuni prodotti. Nei giorni scorsi c’era stata anche l’ipotesi di tagliarla sui beni primari come pane, latte e pasta ma poi il provvedimento non è stato inserito. Come del resto hanno calcolato alcune associazioni di consumatori, il risparmio sarebbe stato minimo, qualche decina di euro all’anno per una famiglia media.
Vediamo su quali prodotti invece l’Iva è stata abbassata e dunque pagheremo di meno. Passeranno dal 10% al 5% i prodotti per l’infanzia e quelli per l’igiene intimo femminile. Quindi costeranno un po’ di meno pannolini, biberon e omogenizzati, pagati fino ad oggi al 22%, ma anche gli assorbenti.
Non c’è dunque quella che all’estero viene chiamata la Tampon Tax, la norma secondo la quale non si pagano tasse su questi prodotti (o vengono distribuiti anche gratis) ma è certamente un passo avanti.
Taglio dell’Iva e non solo: gli altri provvedimenti
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Il capo del governo Meloni ha rivendicato che con questa Legge di Bilancio si dà un aiuto concreto alla classe media. Altri provvedimenti sono la Carta risparmio spesa, una sorta di social card per i cittadini che hanno un reddito inferiore ai 15mila euro utilizzabile nelle attività commerciali aderenti all’iniziativa.
Dal 2023 previsto anche l’aumento dell’Assegno Unico e Universale: più 50% nel primo anno di vita del bambino (viene erogato a partire dal settimo mese di gravidanza). Stessa maggiorazione ma per tre anni per le famiglie numerose, ossia quelle che hanno almeno tre figli a carico.
Attualmente per chi ha figli minorenni e un Isee di massimo 15mila euro, l’importo è di 175 euro a figlio, 80 se dai 18 ai 21 anni. Il minimo è di 50 euro per chi non allega l’Isee alla domanda (anche se il valore è basso) e per chi invece ha un Indicatore oltre i 40mila euro. Da gennaio sono previsti altri aumenti in base all’inflazione.