Conto corrente, ancora un problema per gli italiani che nell’ultimo anno hanno avuto sempre più difficoltà
I soldi che costano soldi. In sostanza la gestione di un conto corrente è questo. Rispetto a decenni fa, grazie alla digitalizzazione, oggi tutti abbiamo almeno una carta prepagata in tasca. Quando non si tratta di un vero e proprio conto corrente i costi sono bassi o azzerati ma per alcune operazioni è necessaria una copertura da parte del cliente.
Se il conto è a costo zero, è possibile che si paghi un versamento o il prelievo dopo un certo numero di volte. Com’è noto nell’ultimo anno tutto costa di più e le spese bancarie non sono avulse dall’inflazione.
LE NOTIZIE IMPORTANTI DA NON PERDERE OGGI:
Nel 2021 la gestione di un conto corrente è mediamente di 94,7 euro mentre l’anno prima era pari a 90,09 euro. I dati sono stati resi noti da Bankitalia.
Ma perché questo aumento? La causa della variazione delle spesa è dovuta da due fattori, i costi fissi e i variabili.
La voce delle spese che pesa di più è quella dell’emissione e la gestione della carta di pagamento (che rientrano nelle spese fisse) le spese variabili sono cresciute principalmente perché da parte del cliente c’è stata una maggiore operatività. Un’effetto quasi naturale dopo la contrazione che è stata registrata nel 2020, primo anno della pandemia.
Un costo maggiore di pochi euro che comunque in aggiunta alle altre spese pesano di più in una famiglia monoreddito o a reddito medio-basso. Infatti si attende di conoscere i contenuti della Legge di Bilancio soprattutto per quanto riguarda gli aiuti alle famiglie contro l’inflazione.
Tra le tante ipotesi, c’è l’azzeramento dell’Iva sui beni alimentari di prima necessità ma non mancano le critiche perché su pane, pasta e latte, conti alla mano, dovrebbe esserci un risparmio di meno di 10 euro all’anno per ogni famiglia. Una magra consolazione.
Attesa anche per gli interventi sulle bollette ora che le temperature sono in discesa e si consumerà più gas per il riscaldamento e per cucinare.