Giorgia Meloni ha deciso, il Reddito di Cittadinanza dal 2024 va in soffitta ma prima di sparire, nel 2023, vivrà un anno cuscinetto
Il 1 gennaio 2024 chiude ufficialmente i battenti una delle misure del Welfare State più attese, più avversate, più dibattute, più apprezzate ed, al tempo stesso, più odiate. Parliamo del Reddito di Cittadinanza.
Il Reddito di Cittadinanza è una misura nata dal dibattito politico interno al Movimento 5 Stelle prima dell’approdo al Governo ed approvato, con legge 4, ad inizio del 2019 dalla maggioranza gialloverde, grillini più Lega di Salvini, che sosteneva il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
Nel biennio successivo alla sua approvazione, tanto il secondo governo Conte quanto il governo Draghi hanno apportato correttivi e modifiche alla prima stesura della legge con l’impegno di farne proseguire gli effetti fino al 2027.
Reddito di Cittadinanza, quanti mesi copre nel 2023
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Ma non avevano fatto i conti con Giorgia Meloni, da sempre contraria allo strumento gestito dall’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale, l’INPS. E soprattutto con la maggioranza degli italiani che hanno scelto proprio la leader di Fratelli d’Italia come capo del Governo.
Pertanto una volta vinte le elezioni e varato l’esecutivo il Presidente del Consiglio come primo atto di governo ha determinato l’abolizione dell’RdC. La decisione, drastica, è inserita nella manovra finanziaria per l’anno fiscale 2023.
Ma, contrariamente alla prima formulazione, la misura simbolo del Movimento 5 Stelle non sparirà da subito ma solo da gennaio 2024. Nel mezzo ci saranno dodici mesi definiti cuscinetto nei quali il Reddito di Cittadinanza sarà ancora erogato ma in misura minore e con prescrizioni stringenti.
Nel dettaglio l’RDC passerà dagli attuali dodici mesi, rinnovabili per altri sei, a soli otto mesi. I titolari della misura perderanno ipso facto il diritto se rifiutano un’offerta di lavoro e se rifiutano di fare i corsi di formazione previsti.
La motivazione dell’anno cuscinetto è di doppio tipo, organizzativa, perché la misura che lo sostituirà è ancora allo studio, politica, evitare che la prima manovra finanziaria del nuovo governo fosse identificata solo ed esclusivamente come quella che abolisce l’RDC