Tra le misure di bilancio che il nuovo governo sta varando figura anche l’azzeramento dell’Iva sul alcuni prodotti di prima necessità.
In attesa che il Consiglio dei ministri si riunisca il 21 novembre, i vertici del nuovo governo stanno avanzando numerose proposte di bilancio. All’ordine del giorno vi è sicuramente l’emergenza per il caro-bollette, cui sono stati destinati 21 dei 30 miliardi messi a disposizione per varare la nuova Legge di bilancio. Parte dei fondi è inoltre destinata ai centri anti-violenza e all’assegno unico. Nonché ad alcuni bonus come ad esempio quello per il decoder o la tv.
Tra le tante ipotesi che potrebbero diventare realtà vi sono lo stop allo scudo fiscale, quota 103 per le pensioni, la stretta sul Reddito di Cittadinanza e anche una proposta per l’abbattimento dell’Iva su alcuni beni di prima necessità. In particolare si vorrebbe azzerare o abbassare l’Iva su pane, latte e pasta per un anno. E abbassarla al 5% su assorbenti e prodotti di igiene intima femminile.
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Scendendo più nel dettaglio delle misure proposte per la nuova Legge di bilancio, si è suggerita quota 103 per pensioni, che andrà a coinvolgere tutti i lavoratori di almeno 62 anni di età e con 41 anni di contributi. Si spera inoltre che anche la proposta avanzata da Forza Italia di alzare la pensione minima a 1.000 euro venga portata avanti. A commentare la questione è stato Lupi, leader di Noi Moderati, affermando: “abbiamo 5 anni per realizzarlo, il problema è trovare le risorse ovviamente“.
Si parla poi di una stretta sul Reddito di Cittadinanza: in particolare, a partire da giugno 2023, tutti gli occupabili (coloro che sono in grado di trovare lavoro) potrebbero essere esclusi dal RdC. Al vaglio anche la proposta di una tregua fiscale su tutte le cartelle esattoriali inferiori a 1.000 euro. Quelle di valore superiore invece potrebbero beneficiare di uno sconto della sanzione, interessi al 5% e rateizzazione in 5 anni.
Inoltre si è parlato di flat tax, con la quale il tetto reddituale per il regime a Partita Iva forfettario potrebbe essere alzato da 65mila a 85mila euro. L’assegno unico potrebbe essere aumentato da 100 a 200 euro, per i nuclei con almeno 4 figli e per le famiglie con gemelli fino al compimento del terzo anno di età.