Il Natale in arrivo sarà all’insegna del risparmio, causa l’enorme aumento dei prezzi che si sta abbattendo su esercenti e privati cittadini.
Le prospettive per il prossimo Natale non sono poi troppo rosee. Il motivo? La generale crisi economica che stiamo affrontando comporterà delle festività all’insegna del risparmio. Sia per i privati cittadini che per gli esercenti, sempre più vessati dai costi di gestione delle proprie attività commerciali. A parlare della questione è stato ad esempio Giulio Gennari, presidente di Confcommercio, in riferimento soprattutto a quanto accadrà nella zona della Maremma.
“Purtroppo anche quest’anno saranno festività natalizie all’insegna dell’incertezza e della preoccupazione per il commercio in Maremma. Si registra una sostanziale stagnazione dei consumi che purtroppo si proietta anche nel periodo delle Feste, andando a incidere sui volumi e sulla qualità della spesa delle famiglie“, ha dichiarato Gennari. Ciononostante si spera comunque che i commercianti possano assicurare l’apertura delle proprie attività il più a lungo possibile.
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A causa del caro-bollette e della crisi energetica, inoltre, anche gli eventi di intrattenimento potrebbero subire un drastico ridimensionamento, o addirittura la cancellazione. Pensiamo ad esempio ai veglioni di Capodanno, eventi pubblici solitamente gratuiti che comporterebbero enormi costi da un punto di vista energetico.
D’altronde bisogna anche considerare che per affrontare il caro-bollette potrebbe essere necessario per le famiglie rinunciare ai vizi natalizi. Stando a quanto sostiene Giovanni Caso, presidente provinciale di Confesercenti, dunque, sarebbe necessario che il governo intervenisse con ulteriori forme di supporto economico per affrontare il generale aumento dei prezzi e del costo della vita.
“Se la maggior parte di quanto destinato ai regali negli anni scorsi verrà dirottato dalle famiglie per pagare le bollette resterà ben poco per l’acquisto delle strenne. E’ di vitale importanza che il governo prenda provvedimenti a stretto giro, ad esempio attraverso la detassazione delle tredicesime. Oppure anche trasformando i fringe benefit in una “tredicesima bis”. In caso contrario il rischio di un Natale magro obiettivamente c’è“.