Si tratta di una condizione abusiva che probabilmente va avanti già da qualche tempo. Ecco cosa è stato scoperto.
Altri media avevano già riportato, in maniera più o meno approfondita, alcuni dettagli di una situazione che ha necessariamente acceso gli animi di coloro che rispettano la legge.
La tensione, infatti, è stata palpabile, di recente, in quel di Ferrara, per l’esattezza in corso Porta Reno tra i rider che si occupano di consegne a domicilio. Se, sulle prime, poteva sembrare soltanto un semplice screzio, in realtà, le ragioni scatenanti non sono poi così banali.
Anzi, anche se dopo l’intervento delle Forze dell’ordine è ritornata la quiete, non si può certo dire che il pomo della discordia sia ben poca cosa. Da quello che è emerso, infatti, sembrano esserci veramente dei rider irregolari.
La denuncia, quindi, è arrivata fino alle telecamere di Striscia la Notizia, il noto tg satirico di Canale 5. Così, grazie all’inchiesta dell’inviata Rajae, la questione è diventata sicuramente più chiara, e, ormai, sotto gli occhi di tutti.
In altre parole, quindi, il servizio ha mostrato e dimostrato che ci sono dei fattorini che lavorano nel food delivery anche senza essere in possesso di un permesso di soggiorno, e in taluni casi, nemmeno di patente.
A fare in modo che ciò accada, perciò, sarebbero dei colleghi compiacenti che elargiscono degli account fasulli. Ma, attenzione, non tanto per fare, ma persino dietro il pagamento di un’alta somma di denaro.
L’inchiesta di Striscia la Notizia
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Rajae, in seguito, non si è data per vinta, e ha voluto andare in fondo a questa storia. Prima, quindi, ha raccolto qualche informazione dai lavoratori onesti che, come è ovvio che sia, non vedono di buon occhio chi si comporta scorrettamente.
In effetti, uno dei fattorini ha chiaramente affermato di pagare le tasse e avere una partita iva e che non trova giusto che ci siano altri che sfuggano ai propri doveri.
In seguito, inoltre, Rajae ha potuto anche farci ascoltare una telefonata di un intermediario che affitta, per l’appunto, degli account ai rider sprovvisti di documenti in regola.
In quel caso specifico, quindi, si è scoperto che un irregolare avrebbe potuto comprare, al costo di 500 euro, un pacchetto composto da carta d’identità e codice fiscale, un profilo fittizio per cominciare l’impiego e un permesso di soggiorno rinnovato illegalmente.