Isee in soffitta, sostituzione con il quoziente familiare: a cosa sta pensando il governo per l’erogazione dei bonus
L’Isee, l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente, è uno strumento indispensabile per fornire allo Stato una fotografia completa della condizione finanziaria del proprio nucleo familiare.
Nel corso degli anni però non sono mancate critiche al suo utilizzo. Secondo molti non dimostra veramente qual è la situazione economica. In esso bisogna riportare tutte le richieste, beni mobili e immobili, quindi dalla casa in cui vive, eventualmente un’altra, ai conti correnti. Se ad esempio si eredita un immobile ma che non produce ricchezza (è vecchio, non si può fittare) ed è solo un peso, fa aumentare l’Isee. Il nucleo dunque risulta più “ricco” ma in effetti quel bene è un problema
Il governo Meloni vuole introdurre il nuovo quoziente familiare in sostituzione dell’Isee che secondo l’esecutivo dovrebbe più preciso nel determinare il patrimonio economico reddituale delle famiglie. In questo modo l’erogazione delle prestazioni possono essere più giuste.
Servirà dunque per usufruire di tutte le prestazioni a sostegno del reddito, come Naspi, Reddito Di Cittadinanza, Assegno Unico.
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Con il nuovo strumento si dovrebbe dividere la somma dei redditi complessivi posseduti dal contribuente, dal coniuge e dai familiari a carico diversi dal coniuge, per un numero di parti determinato in questo modo.
al contribuente si dà peso numero 1, se nel nucleo familiare è presente un coniuge, si aggiunge un altro valore 1. Se poi rispetto all’anno precedente alla richiesta del bonus ci sono delle variazioni come familiari a carico diversi da coniuge, si aggiunge un 0,5 per un familiare a carico, 1 in caso di due familiari a carico, 2 in caso di tre o più familiari a carico.
In questo modo secondo chi sta studiando questo metodo si dovrebbe determinare il reddito preciso per la richiesta di bonus e agevolazioni.
Il risparmio per le famiglie dovrebbe essere direttamente proporzionale al numero dei componenti della famiglia: quindi più persone ci sono, meglio è. Ma il costo dell’operazione? Circa 3 miliardi di euro.
In altri Stati esistono due modelli di applicazione del calcolo del quoziente familiare, lo splitting del reddito e il quoziente familiare. Il primo prevede la divisione del reddito familiare per il numero dei percettori di reddito (solitamente due coniugi) e l’applicazione dell’aliquota che corrisponde al risultato.
Il secondo applica al reddito complessivo un coefficiente calcolato in base al numero dei componenti e alle loro caratteristiche come età e disabilità.