Truffa INPS, guai per l’editore di alcuni dei più grandi quotidiani italiani: qual è l’inchiesta avviata dalla magistratura
Il gruppo editoriale Gedi è uno dei più grandi in Italia. Pubblica la Repubblica, La Stampa e il Secolo XIX sotto la guida della famiglia Agnelli-Elkann. Ma il nome della grande azienda è finita anche nella bufera per uno scandalo quando il gruppo era nelle mani di De Benedetti.
Da tempo alcuni giornali come Il Fatto Quotidiano e La Verità si stanno occupando dell’inchiesta che riguarda la Gedi su una presunta truffa all’Inps.
Nelle carte della magistratura ci sono i nomi dell’ex amministratore delegato Monica Mondardini, oggi è ad del gruppo Cir, la holding dei De Benedetti, il capo delle risorse umane Gedi Roberto Moro e il direttore generale della divisione Stampa Nazionale Corrado Corradi.
Truffa INPS: inchiesta con intercettazioni
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Secondo i magistrati sarebbero state fatte della manovre per rendere più leggero il bilancio aziendale, mandando in prepensionamento alcuni dipendenti che aveva un certo peso economico.
Giacomo Amadori e François De Tonquédec per La Verità ha firmato un pezzo dove si riportano stralci delle intercettazioni che sono agli atti dell’inchiesta. Siamo nel luglio del 2018 e durante la consumazione di un pasto presso il ristorante da Orazio a Caracalla, la Mondardini in presenza di Corradi, Moro e dell’ex direttore de La Repubblica Ezio Mauro (non indagato) teme di essere intercettata dopo alcune perquisizioni avvenute mesi primi, a marzo.
Inoltre esprimeva anche convincimenti sul fatto che le indagini non sarebbero andate avanti per ragioni ideologiche e politiche. Ciò avrebbe impedito che ci sarebbero state azioni giudiziarie tali revoca delle pensioni per gli ex dipendenti prepensionati.
I primi effetti della vicenda si stanno già manifestando. Come ha testimoniato al Fatto Quotidiano un ex dipendente di Repubblica, l’Istituto di Previdenza gli già bloccato la pensione e gli ha chiesto la restituzione di oltre 300mila euro.
Il mese scorso l’Inps gli ha congelato la totalità della pensione e pretende anche il pregresso. La cifra totale arriva precisamente a 306mila euro, quindi 13 anni di indennità pensionistica.