Puoi donare soldi a tuo figlio senza doverti preoccupare di pagare delle tasse: la legge prevede dei casi specifici
Spesso quando non sappiamo cosa regalare per una festa di compleanno, una laurea o per un altro evento gradito, doniamo soldi, in modo che il festeggiato possa scegliere liberamente cosa fare del denaro e comprare ciò che vuole o conservarli.
Ma quando la persona cara che deve ricevere è lontana, ad esempio un figlio che studia o lavora in un’altra città, come fare? Si può optare per il bonifico, ma qual è l’importo massimo che posso donare per evitare le spese notarili?
La legge prevede l’imposta sulle donazioni, applicata sul trasferimento di qualunque bene e di qualsiasi natura, che sia una casa o una somma di denaro.
Puoi donare soldi a tuo figlio: cosa dice la legge
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Ci sono circostanze in cui l’imposta non deve essere pagata. È il caso delle franchigie molto elevate che assicurano l’esenzione totale nella fase di trasferimento di beni e di denaro tra persone come padre e figlio.
Vediamo cinque i casi previsti dalla legge. Innanzitutto chiariamo che il pagamento dell’imposta sulle donazioni spetta al beneficiario, quindi a chi riceve.
Se la donazione riguarda coniuge e parenti in linea retta, dunque di genitori, figli, genitori, discendenti e ascendenti. In questi casi è prevista un’imposta sulla donazione pari al 4% che si applica sui valori superiori a 1 milione di euro.
Pertanto anche una donazione di centinaia di migliaia di euro del padre al figlio, non deve essere dichiarata al fisco da quest’ultimo.
Tra fratelli e sorelle l’imposta sulla donazione pari al 6% per cifre superiori a 100mila euro. Altri parenti, fino al 4° grado oppure fino al 3° se affini in linea collaterale fino al 3° grado, si applica il 6% senza franchigia.
In altri casi c’è l’8% senza franchigia. Regole diverse per le persone portatrice di handicap grave: in casi del genere l’imposta si applica su valori superiori a 1.500.000,00 euro ma la legge non prevede che vengano presi in considerazione i gradi di parentela.