Bonus 3.000 Euro da sogno? Cosa succede davvero

Il nuovo esecutivo, proprio in questo periodo, ha deciso di fare qualcosa di concreto per una data categoria di cittadini.

bonus 3 mila euro
(Adobe)

ll governo Meloni, dopo il recente insediamento, pare che si stia già mettendo all’opera per apportare alcune modifiche e per introdurre delle nuove misure.

Ma, d’altra parte, in un periodo problematico come quello che sta affrontando l’Italia in questo momento, certi provvedimenti hanno sicuramente carattere di urgenza. E, peraltro, la stessa premier ha sottolineato che certe tematiche non possono essere rimandate.

Ecco che, allora, in un’epoca dove si rendono necessari dei sostegni economici, anche il nuovo esecutivo, capitanato da Giorgia Meloni, ha pensato bene di muoversi in tal senso. Un concetto che, quindi, può, per ora, essere sintetizzato nel termine decreto Aiuti.

Quest’ultimo, infatti, prevede un bonus in busta paga del valore di 3 mila euro annui. Un contributo, quindi, che dovrà servire, per l’appunto, ai datori di lavoro per dare una mano ai propri dipendenti.

In effetti, in questo momento storico, il reddito degli stessi è di certo in difficoltà a causa del sopraggiungere dell’inflazione e dell’abbassamento del potere d’acquisto.

Insomma, si tratta di un’agevolazione che potrebbe, almeno in parte, aiutare a far fronte all’attuale grave crisi economica che sta attanagliando numerosi italiani.

La nuova misura del governo Meloni

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L’aumento di stipendio in questione, inoltre, possiede anche un’altra interessante caratteristica. Infatti, secondo quanto riportano fonti accreditate, il bonus è da intendersi esentasse, e ciò può di sicuro incentivare le imprese a riconoscerlo agli impiegati.

Ma, a quanto pare, non è soltanto questa la misura promossa dal presidente del Consiglio in carica. A voler guardare, peraltro, già in precedenza era stato toccato un altro punto molto importante.

Si tratta, quindi, del cosiddetto taglio del cuneo fiscale sul quale il Governo vuole ulteriormente intervenire. Non è un cambiamento da poco, poiché, in questo senso, lo stipendio incrementerà senza però dare all’azienda degli altri costi aggiuntivi.

Un provvedimento, perciò, che va nella medesima direzione di quello che era stato fatto in precedenza dal governo Draghi che, come ricordiamo, è rimasto fermo al 2 per cento.

Che dire, una possibilità che non si può sottovalutare e che riuscirà, almeno in parte, a contrastare una condizione vissuta con forte disagio da una sostanziosa fetta della popolazione italica.

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