Esistono casi in cui si può non pagare il canone Rai: cosa succede se ci viene ingiustamente addebitato? Chiediamo un rimborso!
Il canone Rai è quella tassa che ogni cittadino italiano in possesso di un apparecchio televisivo deve versare allo Stato per il finanziamento delle reti televisive e radiofoniche nazionali. La stessa regola vale ad esempio anche per gli italiani residenti all’estero che abbiano un’abitazione su territorio nazionale ove sia presente un apparecchio televisivo. Insomma, il canone Rai devono pagarlo tutti… o quasi.
Esiste infatti un’esenzione dal canone destinata a tutti i cittadini over 75 che rispettino determinati requisiti di reddito. In alcuni casi, dunque, può capitare che l’addebito automatico del canone che avviene solitamente sulla bolletta della luce sia un errore. E di conseguenza si presentano le condizioni per chiedere un rimborso, come spiegato chiaramente sul sito dell’Agenzia delle Entrate.
Canone Rai pagato ingiustamente? Come chiedere il rimborso
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Il requisito di reddito per accedere all’esenzione dal canone è fissato a un massimo di 6.713,98 euro per il 2017 e non superiore a 8mila euro dal 2018. Inoltre bisogna considerare che tale cifra è da considerarsi cumulativa con quella del coniuge e che chi chiede l’esenzione non deve essere convivente con altri titolari di redditi propri, fatta eccezione per colf, badanti e collaboratori domestici.
Il rimborso di un canone Rai indebitamente versato può dunque essere richiesto tramite la compilazione di un modulo messo a disposizione sul sito dell’Agenzia delle Entrate. La documentazione si potrà inviare sia tramite applicazione che tramite raccomandata, in allegato a un documento di identità valida.
Nel modulo in oggetto si potrà specificare una di 6 motivazioni per cui è prevista l’esenzione dal canone. Scegliendo la motivazione con codice 6, inoltre, si avrà la possibilità di chiarire le ragioni della richiesta qualora queste non siano comprese nei 5 casi mostrati dai codici precedenti.
Il rimborso, nel caso l’istanza venga accolta, avverrà tramite accredito sulla prima bolletta dell’elettricità utile. Nel caso in cui questo non avvenga nelle giuste modalità, sarà direttamente l’AdE a provvedere a restituire il credito.