L’Agenzia delle Entrate pubblica i chiarimenti sulla misura che ridimensionano di gran lunga le aspettative. Eccone i motivi
Si tratta di una lunga fase di assestamento quella che riguarda l’insediamento del nuovo governo presieduto da Giorgia Meloni e le relative politiche di supporto indispensabile in questo momento; ma lo è anche per i lavoratori. Molti di loro, infatti, sono stati coinvolti – e lo sono tutt’ora – nell’erogazione dei bonus da 200 e 150 euro, in qualità di lavoratori dipendenti, autonomi, partite iva e collaboratori, in possesso – rispettivamente ai bonus, di redditi lordi annui di 35 mila e 20 mila euro.
Ancora un aiuto al caro bollette che tanto affligge le famiglie più in difficoltà dovrebbe arrivare, oltre dalla rivalutazione anticipata degli importi in busta paga degli indici ISTAT, anche dal recente e provvidenziale rinnovo dei contratti nazionali di lavoro che vanno ad aggiornare gli stipendi di numerose categorie del settore pubblico con effetto immediato e ci si attende che ciò si verifichi massicciamente al più presto anche nel settore privato.
Bonus Bollette in busta paga: i chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate
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Tra le ultime eredità del governo Draghi ancora in tema di rialzo delle bollette, c’è anche quello che viene denominato chiaramente “bonus bollette”. Non si definisce una misura economica di provenienza previdenziale come i precedenti riferimenti. Diversamente, il precedente esecutivo ha autorizzato un supporto economico che il datore più offrire ai suoi dipendenti pari a 600 euro, direttamente in busta paga.
Tale importo rientra nei cosiddetti fringe benefit ed hanno specificatamente l’impiego a sostenere i costi domestici dell’energia. Con la circolare n. 35, l’Agenzia delle Entrate chiarisce alcuni aspetti sulla fruizione della misura, finendo per spegnere qualche entusiasmo. Il bonus infatti non è esente dal limite pari a 258,28 euro, cioè la soglia di esenzione fiscale e contributiva appartenenti ai fringe benefit (appunto) dei dipendenti.
Il limite massimo, inoltre, per cui non fa reddito in busta paga è spostato da 258,28 euro a 600 euro. Intanto, il riconoscimento al bonus si ha anche nel caso in cui la bolletta fa riferimento ad un’utenza intestata al familiare del dipendente. Altra nota dolente: se il fringe benefit supera l’importo di 600 euro verrà tassato per intero e non la sola parte eccedente.