Ecco quanto vale la preferenza di prodotti della stessa regione da parte delle attività di somministrazione. Dove ottenere l’incentivo
Dopo molti anni in cui sullo scaffale si è visto coesistere il robusto olio italiano con l’econmicissimo olio dalle olive extra-UE sullo scaffale (e ancora avviene insieme a molti altri esempi), oggi il consumatore è perfettamente consapevole delle diverse provenienze dei prodotti alimentari e spesso si trova a scegliere responsabilmente se favorire un’azienda della propria regione (o giù di lì) o acquistare un prodotto estero quasi regalato.
Col tempo, la sensibilità nei confronti della filiera agroalimentare italiana è accresciuta notevolmente, tanto che quest’ultima vanta agguerriti e soddisfatti gruppi di acquisto. In particolare, la lente del sostegno da parte del cosiddetto utente finale si è allargata a quello che viene definito “Chilometro zero”, ossia verso le aziende agricole della medesima regione dell’acquisto stesso.
Bonus Lazio KM0, chi può ottenerlo?
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ll vantaggio di acquistare prodotti “a Km 0” ha diverse sfaccettature: riservando al coltivatore tramite la distribuzione (se non direttamente, senza mediazioni) il giusto prezzo, l’azienda, oltre a sopravvivere e a sostenere il proprio percorso di innovazione, continua a garantire al cliente la qualità del prodotto e la sua sostenibilità ambientale. Anche sotto l’aspetto del risparmio di carburante per trasportarlo al banco di frutta e verdura, per esempio.
Una scelta virtuosa che non premia soltanto i privati. La Regione Lazio ha messo a disposizione un fondo da 10 milioni di euro per finanziare il cosiddetto Bonus Lazio KM0, destinato ai ristoranti, bar, hotel, negozi alimentari e alle botteghe che ne faranno richiesta. Si tratta di un contributo a fondo perduto che permette di rimborsare le spese agroalimentari effettuate nella Regione Lazio (appunto) nella misura del 50 per cento.
Il relativo bando cita infatti i prodotti esclusivamente provenienti dal territorio laziale e per l’elenco completo si rimanda alla lettura dell’avviso. L’importo dell’acquisto stabilisce l’entità di ogni contributo: la spesa complessiva coperta dal bonus varia tra i duemila euro per il rimborso minimo di mille euro e una spesa massima di ventimila euro per ottenere la restituzione più alta di diecimila. Al bando possono iscriversi le aziende della regione attinenti ai 38 codici ATECO indicati dal bando, estrapolati dalle attività di ristorazione, alloggio, produzione e vendita al dettaglio di generi alimentari.